martedì 3 novembre 2020

"La guerra dei papaveri" by R. F. Kuang (The Poppy War #1)

Sì, lo so, lo so, sarebbe dovuta uscire prima la recensione della serie di Stalking Jack The Ripper MA il corriere burlone mi ha portato La guerra dei papaveri praticamente subito dopo aver finito il terzo libro della Maniscalco...  perciò chi sono io per esimermi dalla lettura di un'altra nuova super acclamata serie fantasy? Nessuno per l'appunto. 
Allora di che cosa parliamo oggi? Esattamente di questo libro! E ci tengo a precisare che la scrittrice ha completato questa trilogia in quattro anni. E l'ha finita a soli 22 anni d'età (errata corrige: ho scoperto che ha venduto i diritti dei libri quando ne aveva 18, quindi li aveva già finiti prima... I DON'T KNOW WHAT TO SAY JUST WOW). Georgino caro, tu per Il Trono di Spade come sei messo? Fatti dare una mano dai, che è meglio.




TRAMAOrfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…


Allora, io vi avviso sempre signore e signori, se volete addentrarvi nel mondo di R. F. Kuang vi serviranno, in ordine:
-fazzoletti, meglio se un pacchetto intero;
-acqua;
-una buona dose di coraggio (perché i libri della trilogia sono usciti tutti e sapete che i finali di questi tempi sono quelli che sono, ecco).



Lo so che sembra assurdo -perché, direte voi, dopo Il Trono di Spade quante altre atrocità potrebbe concepire la mente umana? Ecco, vi sbagliate di grosso-, però per questo libro devo fare un appunto, perché ci sono scene veramente molto forti e cruente. Non penso che sia il genere di libro che un tredicenne si vorrebbe trovare sotto l'albero a Natale, insomma.
Bene, detto ciò, bando alle ciance e ciancio alle bande, vediamo di buttarci a capofitto nel mondo della Kuang!




AMBIENTAZIONE E RIFERIMENTI POSSIBILI: Il riferimento principale di questo romanzo va certamente alla storia vera e, più nello specifico, sto parlando delle Guerre dell'Oppio, qui rivisitate con il nome di Guerre dei Papaveri (il perché ed il percome li capirete una volta lette le prime pagine del romanzo, non preoccupatevi). Ho adorato la rivisitazione in chiave fantasy di questo periodo storico e, finalmente, FINALMENTE, abbiamo una degna rappresentazione del territorio asiatico e del suo folklore. 
Per il momento, posso solo dirvi che la vicenda si svolge nell'Impero del Nikan -il quale si trova in un periodo di pace provvisoria con gli altri imperi che lo circondano- e qui veniamo a conoscenza della nostra cara protagonista Rin: quando leggerete di questa ragazza vi verrà sicuramente in mente l'anime (e manga) Avatar -The Last Airbender, basti pensare che l'autrice ha ammesso su Twitter di aver praticamente scritto una fan fiction sul personaggio di Azula, la sorella cattiva di Zuko! Ora, dire cattiva non piace nemmeno a me perché, si sa, c'è sempre un motivo per cui il villain diventa ciò che è, perciò io tendo sempre ad ascoltare le ragioni prima di puntare il dito contro (non sto mandando frecciatine a chi odia il Darkling della Grisha Trilogy ASSOLUTAMENTE NO. CHI, IO? FRECCIATINE? PFF MA QUANDO MAI). Per farla ancora più complicata, però, aggiungeteci una ship fantastica -e quindi sì, tornano i nostri amati enemies to lovers- (andare nella sezione "giudizio" per l'approfondimento), un'amicizia dolcissima ed una buona dose di academy vibes.




FANG RUNIN: Finalmente! Dico solo finalmente! ALL HAIL REBECCA F. KUANG PER AVER CREATO QUESTO PERSONAGGIO. Rin è la protagonista più riuscita e più vera dai tempi di Hunger Games, ragazzi. Qualcuno doveva dirlo. E poi c'è gente a cui piace Alina Starkov. No ragazzi, avete sbagliato tutto nella vita, io ve lo dico. Leggete La guerra dei papaveri, leggete della fantastica Fang Runin che vi farà rotolare dalle risate ma anche urlare dalla gioia e per la carica che vi darà in ogni momento del libro praticamente. Non vi annoierete mai con lei, ne sono certa. Non so come altro definire questa ragazza, se non con l'aggettivo "fantastica": non si fa scrupoli, prende quello che vuole quando vuole, non permette a niente e nessuno di ostacolarla e non si arrende mai. La adoro.
Rin è un'orfana di guerra che proviene da una provincia meridionale dell'Impero, lavora nel negozio della "zia" spacciatrice di oppio e le fa anche da corriere. Un giorno la zia le comunica che raggiunta l'età adulta (in questo caso 16 anni) dovrà sposare il doganiere del posto, un uomo bruttissimo, vecchissimo e qualche altro aggettivo con -issimo. Fiutato il pericolo imminente e la furbizia della zia, la ragazza decide che lei vuole molto ma MOLTO di più per se stessa e quindi si mette a studiare di giorno e di notte -si brucia perfino con la cera delle candele per non dimenticarsi le cose- per superare il famigerato test d'ingresso che le permetterebbe di accedere alle accademie più famose dell'Impero. Lei però, non avendo la possibilità di pagare per la sua istruzione, sa che se intende sfuggire alla prigione del matrimonio dovrà, per forza di cose, entrare nell'accademia per futuri generali della guerra di Sinegard, l'unica gratuita. E quindi dovrà ottenere il punteggio massimo all'esame!


<<Rin, ascoltami. Sinegard è una città crudele. L'Accademia è anche peggio. Studierai con i figli dei signori della guerra. Ragazzi che hanno cominciato ad apprendere le arti marziali prima ancora di cominciare a camminare. Ti metteranno in un angolo, perché non sei come loro. È così che deve essere. Non permettere a nessuno di scoraggiarti. Qualunque cosa ti dicano, tu meriti di essere qui. Lo capisci?>>


YIN NEHZA: Interesse amoroso number one di cui la protagonista non capisce assolutamente di essere innamorata. Nezha è la persona più sbagliata per Rin ma allo stesso tempo è anche l'unica che la sappia capire alla perfezione. Nezha, all'inizio, potrà sembrarvi solamente il solito bullo privilegiato dell'accademia... perché è esattamente quello il suo ruolo nella prima parte della storia: temprare Rin e renderla sempre più forte, sia nel fisico che nell'animo (anche se la ragazza, considerando tutto quello che fa per entrare nell'accademia, è già dotata di una grandissima forza di volontà). Patteggerete sempre per Rin quando i due si scontreranno ma, ovviamente, non farete a meno di pensare "ehi questi due si stanno scannando, li shippo da morire". Quando poi si entra nella parte del romanzo dedicata alla guerra, ragazzi miei, cambiano tutte le carte in tavola e il caro Nezha ci farà prendere qualcosa come tre o forse sei infarti. Amo Nezha, l'ho già detto?


<<"Nomi?" chiese l'apprendista.
"Fang Runin" disse lei svelta, terrorizzata. Erano nei guai? Sarebbe stata espulsa?
Il ragazzo lottò invano per liberare la mano. L'apprendista, però, strinse la presa. "Nome?" chiese di nuovo.
"Yin Nezha" sputò fuori il ragazzo.
"Yin?" L'apprendista lo lasciò andare. "E perché lo specchiato erede della casata Yin si starebbe azzuffando nell'atrio?"
"Mi ha dato un pugno in faccia!" protestò Nezha. (...)
L'apprendista alzò il sopracciglio in direzione di Rin. "E perché l'avresti fatto?"
"Ha insultato il mio maestro" disse lei.
"Cosa? Be', questo è un altro discorso. (...) Non ti è stato insegnato a non insultare i maestri? È proibito."
"Sei morta" ringhiò Nezha all'indirizzo di Rin. "Sei morta, cazzo."
"Ehi, dacci un taglio." L'apprendista finse di sbadigliare. "Siete in un'accademia militare. Avrete un sacco di opportunità di ammazzarvi durante l'anno. Ma vi consiglierei di farlo dopo l'addestramento, va bene?">>


CHEN KITAY: Il migliore amico di Rin all'accademia, un ragazzino mingherlino con la memoria fotografica. Mi ha fatto davvero molta tenerezza questo ragazzo; se dovessimo fare una metafora con Attack On Titan, lui sarebbe praticamente il nostro Armin del caso, amico da una parte di Mikasa (Rin) e dall'altra completamente ignorato -per il momento però- da Eren (Nezha). Kitay sarà sempre la parte razionale di questo libro, nei momenti più bui lui ci sarà, pronto a stringerci "virtualmente" in un abbraccio come a dirci <<sì, stai veramente leggendo queste cose. Sì, hai ragione, nulla ha senso però questa è la guerra. Sì, ti sono vicino ma io sono pure nel libro e la sto vivendo questa situazione, pensa come sto!>> 


<<"Niang è molto carina" disse Kitay. "Anche Venka."
"Venka è ossessionata da Nezha da quando ha messo piede a scuola" disse Rin. "Persino io me ne sono accorta."
Kitay alzò le sopracciglia. "Si direbbe che sei tu a essere ossessionata da Nezha."
"Sei disgustoso."
"No tu sei disgustosa. Mi chiedi sempre di lui."
"Perché sono curiosa" rispose RIn. "Sun Tzu dice che bisogna conoscere il proprio nemico."
"Sun Tzu un cazzo. È solo che lo trovi carino."
Rin gli lanciò la scacchiera in testa.>>


TRENGSIN ALTAN: Ovviamente dobbiamo spendere due parole anche per l'allievo più dotato dell'accademia di Sinegard. Altan proviene dall'isola di Speer, ribattezzata "L'Isola Morta" in seguito al genocidio della popolazione durante le guerre dei papaveri. Mossa orchestrata dal governo tutt'ora in carica, ci tengo a precisare. Ebbene, lui sembrerebbe essere l'unico superstite di quella tragedia. Dico, sembrerebbe, perché poi le cose si riveleranno oltremodo diverse. Altan ha gli occhi color cremisi e, non vorrei fare la battuta dicendovi "lui vede sempre rosso" ma è veramente così, questo ragazzo è una macchina da guerra vivente e all'accademia detiene pure il record per non essere mai stato battuto nelle gabbie. Altan non è un personaggio che ho particolarmente apprezzato, anche perché di lui capiamo molte cose soprattutto alla fine del romanzo... però, nel complesso, posso dire che sono rimasta soddisfatta della scelta che ha fatto.


<<Questa era l'Età d'oro di Speer. Era Speer prima di Tearza. Prima dei massacri. (...) Potremmo rimanere qui. Potremmo rimanere qui per sempre. Non dovremmo più tornare indietro.>>
(...)
<<Potremmo. Potremmo perderci nella storia. Ma tu non lo faresti mai, vero?>>
<<Non ci accetterebbero lo stesso.>>


GIUDIZIONon avevo il pc con me nel momento esatto in cui avevo finito il libro, quindi per scrivere questo commento, mi ero affidata alle mie care notes dello smartphone. Risultato? Mi si sono fin incrociati gli occhi dopo tutte le cose che avevo scritto.
Ma partiamo dall'inizio, gente: che cos’è La guerra dei papaveri? È un romanzo di formazione -ish- fantasy/medievale in contesto asiatico? No, è molto ma MOLTO di più.

Lo stile della scrittrice è schietto, ipnotico, vi farà tenere gli occhi incollati alle pagine e farete di sicuro le ore piccole. Tutto ciò, nonostante la storia non sia assolutamente semplice da digerire e sia ricca, per l'appunto, di scene molto cruente e strazianti: ve la ricordate la scena delle Nozze Rosse nel Trono di Spade? CANCELLATELA. Qui non si fanno sconti a nessuno. Questo libro vi farà pensare che zio George sia stato fin troppo “buono” nella scrittura della sua opera. Dopo ogni capitolo -molte volte anche a metà- dovevo veramente mettere giù il libro per respirare un attimo e capire dove mi trovassi. È bellissimo quando quest'immersione succede -per la serie, potrebbe passarti davanti Babbo Natale con tutte le renne e la slitta e non lo vedresti-, non fraintendetemi, però lo è forse un po' meno quando succedono QUESTO TIPO DI SCENE.



Vogliamo parlare di tutta la trama inventata dalla Kuang, in ogni caso? Vogliamo dire quanto giovane e fresca risulti ad un occhio stanco di un lettore che pensa di averle già viste tutte?
E DICIAMOLO. Rebecca vi porterà -senza oppiacei, per fortuna- nel mondo degli sciamani: queste persone -credute ormai estinte- sono in grado di accedere al mondo degli spiriti ed invocare gli dei. Rin si scoprirà essere molto attratta (e anche portata) per questa pratica ed intende utilizzare le sue abilità in guerra... ma, come più volte l'ha avvisata il suo maestro-che-non-è-solo-un-maestro Jiang, gli dei non fanno quello che gli imponi tu, loro prendono, prendono, prendono. Soprattutto la Fenice.



Un'altra nota di merito alla Kuang va fatta in riferimento al tema della "nuova famiglia": quando Rin viene mandata sul campo di battaglia e poi conosce tutti quei fantastici personaggi che sono "speciali" esattamente come lei, i cike... beh insomma, mi si è proprio scaldato il cuore, perché in quel momento ho avuto un piccolo flashback di
Six Of Crows che ho apprezzato tantissimo, con i vari sciamani che imparano a conoscersi e a prendersi in giro. I gemelli per il momento sono i miei preferiti e anche il piccolo Ramsa ha un posto speciale nel mio cuore.



Vogliamo poi parlare della ship? Eh. Parliamone, accidenti. Io lo so che sono finita dentro un tunnel senza uscita, non serve che me lo diciate anche voi, anche perché la luce non si vede per niente... ma quanto sono belli Rin e Nezha? Quanto? Non posso descrivere veramente tutte le emozioni che mi hanno fatto provare in questo libro, nonostante le loro scene insieme si possano contare sulla dita di una mano (più o meno). Già prima vi avevo accennato il parallel con la 
Zutara, che è certamente quello più azzeccato... però, ragazzi, ve lo ricordate Hunger Games? E poi La ragazza di Fuoco con gli Everlark (intendendo tutte le volte che hanno rischiato di crepare)? Ve la ricordate la Throne Room Scene su TLJ con i Reylo?? ECCOCI. BENE. NON CREDO SERVA DIRE ALTRO. Ora so definitivamente di aver assicurato alla Kuang una buona fetta del pubblico italiano!


P.S. Quasi dimenticavo, c'è anche una scena Dramione stupenda all'inizio.



<<"Dunque. Riguardo a prima" disse lui.
Rin incrociò le braccia al petto. "Non è un buon momento."

Nezha rise piccatamente. "Siamo in tempi di guerra. Non sarà mai il momento giusto."

"Nezha..."

Lui le appoggiò la mano sul braccio. "Volevo solo dirti che mi dispiace."

"Non devi..."

"Invece sì. Sono stato un vero stronzo. E non avevo il diritto di parlare male del tuo comandante come ho fatto prima. Mi dispiace."

"Ti perdono" disse lei cautamente nonostante lo pensasse davvero.>>



In sostanza, questo libro, nonostante sia solo il primo della trilogia, mi ha fatto provare talmente tante emozioni che mi sembra di aver fatto un viaggio di quattro mesi: e sapete che quando si torna dalla vacanza di solito si è più stanchi di prima, no? Ecco, io sono sfinita. Stremata. La guerra dei papaveri in tre giorni mi ha prosciugato di tutte le mie forze. Lo consiglio? No, io vi impongo di leggerlo, che è diverso. Fate un favore a voi stessi e lasciatevi trasportare in questo mondo colorato, magico e pericoloso: non ve ne pentirete minimamente. 



<<Insieme?
Insieme.>>





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