Buonasera lettori! Oggi vi propongo la recensione de Il circo della notte di Erin Morgenstern. Buona lettura.
<<How do we rewrite the stars?
Say you were made to be mine?
Nothing can keep us apart
'Cause you are the one I was meant to find
It's up to you
And it's up to me
No one can say what we get to be
And why don't we rewrite the stars?
Changing the world to be ours>>
TRAMA: Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l'insegna in bianco e nero che dice: "Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all'aurora". È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l'umana fantasia dispiega l'infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all'unico scopo di dimostrare una volta per tutte l'inferiorità dell'avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l'uno dall'altra: l'amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.
Quanto è quotato che sto scrivendo la recensione con la tracklist di The Greatest Showman in sottofondo? Lasciate stare, so già la risposta, cominciamo!
AMBIENTAZIONE RIFERIMENTI POSSIBILI: Grazie al Circo potrete visitare tutte le città più belle del mondo (in realtà no, perché non si vede nulla di queste ultime però fa scena dirlo), ma principalmente le vicende si svolgeranno nella casa del padrone del circo -Chandresh- a Londra e a New York, una delle mete più importanti dove i gemelli incontrano Bailey... secondo voi però UNA TAPPA CHE FOSSE UNA in Italia l'hanno mai fatta? Ecco, no.Vabbé, a parte questa cosa che ancora mi fa incazzare, i riferimenti principali che troverete sono The Greatest Showman (non siete per nulla sorpresi, lo so, soprattutto per quanto riguarda le canzoni e l'ambiente del circo) e Big Fish.
PROSPERO L'INCANTATORE (HECTOR), ALEXANDER: Sono i burattinai del libro, coloro i quali hanno dato inizio a questa tradizione della fantomatica "sfida". Ma qual è lo scopo della sfida? O meglio, di una sfida in generale? Sconfiggere l'avversario, giusto? Ecco, però se non vengono date istruzioni su come farlo e per tutto il libro si va avanti e indietro con 'sto cazzo di circo senza capire una mazza IO NON CE LA FACCIO. Testimoni i miei amici di ig che hanno sicuramente visto la storia dove a fine lettura ho scaraventato il libro su per il muro.
Comunque il discorso di base è questo: un po' à la Harry Potter, Hector pensa che solo chi è nato con il dono della magia debba praticarla, invece Alexander è convinto che, studiando, anche chi è senza poteri possa creare incantesimi efficaci. Ora, mi chiedo io, c'è bisogno di far rischiare la vita alle persone per dimostrare ciò? Non potevate aprire due scuole e pace e amen? A quanto pare no.
CELIA & MARCO: Celia è la figlia di Hector (quest'ultimo da telefono azzurro proprio), dopo aver perso la madre, dall'età di sei anni -credo- in poi ha sempre vissuto con il padre imparando da lui (nella maniera più brutale) come utilizzare la propria magia; lei è la miglior illusionista di tutti i tempi, ha dei poteri bellissimi, ereditati dal padre ovviamente, che le permettono di fare praticamente di tutto: dal cambiare i tessuti degli abiti al cambiare la forma delle cose direttamente, al dare vita agli oggetti inanimati trasformandoli in uccelli o altro... può anche rompere qualsiasi cosa e ricomporla, può curare in parte le ferite delle persone, ma non può riportare nessuno indietro dalla morte.
Marco è lo sfidante di Celia. Madonna mi sembra di essere ad Amici. Vabbé.
Marco è un orfano senza poteri che è stato "adottato" da Alexander subito dopo aver stretto il patto con Hector; una volta che il bambino sceglie di andare con l'uomo in grigio e di imparare qualsiasi cosa propostagli, attorno al suo anulare sinistro compare il tatuaggio di un anello -lo stesso di Celia- che sta a simboleggiare il fatto che sia diventato a tutti gli effetti un partecipante della sfida.
Entrambi i bambini crescono rispettivamente con gli insegnamenti dei loro maestri... e voi direte... sì, ma la sfida quando ci sarà? In un momento preciso del libro? Oh no, miei cari. VA AVANTI PER TUTTO IL LIBRO. E quindi com'è possibile che ci sia il romance, direte voi. HAHAHAH Do you remember insta love?? Ne parliamo dopo comunque di questa cosa, nella sezione giudizio.
BAILEY ED I GEMELLI POPPET & WIDGET: Loro costituiscono la parte più carina del romanzo, se così vogliamo definirla, ma anche quella più lenta che ti porta a pensare "non vedo l'ora di finirla", perché il real deal sono Celia e Marco e 'sta caspita di sfida. Di loro vi posso dire che sono tre personaggi le cui vite sono intrecciate sin dalla nascita del circo: i gemelli dai capelli rossi sono nati proprio il giorno in cui ha aperto, Bailey invece avrebbe sempre voluto farne parte per scappare da una vita che non voleva in campagna come pastore di pecore (poi vabbé c'è un mezzo flirt con Poppet ma di questo leggerete voi). Mi è piaciuto molto come si sono "chiuse" le loro storie però, allo stesso tempo, li ho sentiti "lontani", perché i veri protagonisti per me erano Celia e Marco e invece alla fine è come se veramente non ci fosse nessun protagonista in questo libro, ma solo un insieme di marionette che si muovono in questo marasma di cose che succedono.
GIUDIZIO: Frustrante, questo libro è veramente frustrante. Sinceramente? Sono settimane che devo pubblicare 'sta recensione e solo oggi mi è venuta voglia di scrivere qualcosa. Più penso a questo libro e a quello che sarebbe potuto essere, più mi viene voglia di strapparmi i capelli dal nervoso. Non è un brutto libro, assolutamente no. Non c'è però la minima caratterizzazione dei personaggi, si ha solo la visione d'insieme, non c'è mai un focus che ti faccia capire davvero quello che stanno provando i personaggi. Forse questa storia andava raccontata in prima persona e non in terza? Mah.
Sta di fatto che io non mi sento legata a nessuno di loro e non c'è nessun momento memorabile all'interno della storia.Ancora non mi capacito, non riesco proprio a capire come sia stato possibile avere per le mani tutta questa bella trama, quest'idea fantastica, e buttarla alle ortiche in questa maniera: per farvi capire, le cose nel libro accadono, non perché seguano un senso logico -che odio poi i salti temporali di anni tra un capitolo e l'altro, in alcuni momenti erano giusti perché bisognava far vedere che cosa accadeva nel futuro, ma ogni volta che Celia e Marco si dovevano parlare ne passavano di pagine... e anni ovviamente-, ma perché semplicemente vengono buttate lì a caso e se a te sta bene ok, altrimenti ti attacchi al tram.
Quindi si può dire che questo libro sia il classico no plot just vibes? Non interamente, perché comunque l'idea di base c'è e non finirò mai di dirlo. Ma poi? Cosa mi resta? I personaggi sono quello che sono... perché? Si comportano in quella maniera... perché? Perché continuano a sfidarsi Prospero ed Alexander? Perché Celia e Marco s'innamorano di colpo appena si
conoscono (un insta love più insta love di questo mai visto in tutta la mia
vita, forse solo Aurora e Filippo de La bella addormentata nel bosco)? Perché è
così che è successo signori, non mi potete venire a dire "eh ma non è vero, è stato graduale, facevano
le stanze del circo l'una per l'altro"... ma porco Mal. THIS IS NOT EXTREME
MAKEOVER CIRCUS EDITION, OK? Mi dovete dare altro.
E poi quanto ha parlato di cibo quest'autrice? Quanto? Ci sono interi capitoli o di interior design magico o di Giulia Passione Cucina, troppe descrizioni!!!In ogni caso poi, tornando a Celia e Marco, sapete quand'è che si parlano veramente i due dopo il primo incontro? A pagina 150. Il libro ne ha 391. Fate voi i conti. Non danno veramente nulla in più, non c'è nessunissimo sviluppo di nessun personaggio. Zero, nisba. Che nervoso.
L'unica parte del libro che merita realmente di essere ricordata è la fine, perché lascia un messaggio molto bello per il mondo delle storie e dei libri in generale. Stop. Tutto il resto consiste in personaggi macchietta che fanno <<cose>> all'interno di una storia con una bellissima trama ma con un pessimo svolgimento.
Per riassumere, Il circo della notte è come quel bambino che ai colloqui genitori-insegnanti riceve il seguente commento: "Signora suo figlio è intelligente ma non si applica."
<<Le storie sono cambiate, mio caro ragazzo (...). Niente più battaglie fra il bene e il male, niente più mostri da sterminare, nessuna fanciulla da salvare. Per quanto ne so io, le fanciulle sono per la maggior parte in grado di salvarsi da sole, almeno quelle che valgono qualcosa. Non esistono più le semplici favole, con ideali e belve e lieto fine. Gli ideali mancano di un chiaro intento o di risolutezza. Le belve assumono forme differenti ed è difficile riconoscerle per ciò che sono realmente. E non esistono più veri e propri finali, lieti o meno lieti. Le cose vanno avanti, si sovrappongono, si confondono, la tua storia è parte della storia di tua sorella che è parte di molte altre storie, e nessuno sa dire dove potranno condurre. La complessità del bene e del male va ben oltre una principessa e un drago, o un lupo e una bambina con un cappuccetto rosso. E non è forse il drago l'eroe della propria storia? E il lupo non agisce esattamente come dovrebbero agire i lupi?>>
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