martedì 21 gennaio 2020

"Spark" by Alice Broadway (Skin Books #2)

Buongiorno miei cari lettori! 
Vi ricordate quando, due anni fa, vi avevo detto di essere rimasta ipnotizzata dallo stile di Alice Broadway? Ecco, la signora è tornata alla carica con il secondo volume della serie Skin Books, Spark.



TRAMAImmagina di scoprire che tutta la tua vita si basa su una bugia, che non sei la persona che credevi di essere. Immagina di dover ricominciare tutto da capo, tra coloro che fino a ieri consideravi diversi e che ora invece sono la tua gente. Leora ha scoperto di essere una mezzosangue, figlia di un Marchiato e di un'Intonsa. La sua accettazione e presa di coscienza di questa verità non piace al leader della comunità, il sindaco Longsight, che le offre un incarico che non può rifiutare: se vuole proteggere le persone che le sono care dovrà unirsi agli Intonsi e scoprirne le debolezze. A malincuore Leora accetta, anche nella speranza di sapere qualcosa di più sulla sua vera madre. Capisce così che le storie della tradizione che conosce fin da bambina lì hanno interpretazioni radicalmente diverse, se non opposte, e deve rimettere tutto in discussione, accettare che non solo la sua educazione sia stata una menzogna, ma che neppure gli Intonsi siano depositari di un'unica verità.


Santo cielo, è passato talmente tanto tempo da quando ho letto il primo libro della serie che tra un po' non mi ricordo nemmeno i nomi dei personaggi principali! Per fortuna che all'inizio c'è sempre quella fase dedicata al ripassiamo un attimo due o tre cose prima che ripartiamo con la trama altrimenti tu, lettore con la memoria di un pesce rosso, rischi di dover rileggere il primo libro per proseguire. È la triste verità, accettiamola. L'unica volta che non si ripeterà questo discorso sarà con l'uscita di WOW di R. R. Martin perché ormai quella storia la sanno anche i muri (George guarda che luglio 2020 si avvicina, poi hai detto tu che ti possiamo rinchiudere in Nuova Zelanda in una casa isolata, io ti vengo a prendere).



Allora cari lettori, dovete sapere che in questo libro -nonostante io l'abbia classificato ancora sotto la medesima etichetta- di romance non se ne vede neanche l'ombra. Perché? Io credo che la scrittrice abbia voluto dare molto più peso al dissidio interiore che si forma nel cuore della protagonista Leora, dato che si trova costretta a scegliere tra marchiati ed intonsi: chi deve tradire e chi proteggere? 
È difficile rinunciare alla vita che hai sempre vissuto per essere mandata a fare da spia da delle persone che ti odiano a prescindere, per qualcosa che nemmeno tu hai fatto -perché è di astio e gesti orribili compiuti da entrambe le popolazioni molti anni prima che si parla qui.
È difficile dover fare questo torto a della gente che però, a poco a poco, diventa la tua famiglia nonostante non ci siano legami di sangue a dimostrarlo.
Leora apprende gli usi ed i costumi degli intonsi grazie a delle storie simili a quelle che avevamo letto nel primo libro, solo che stavolta queste ultime appaiono distorte, più crude e reali. Uno dei particolari che più saltano all'occhio, tra l'altro, è legato alla tradizione della purificazione, dove la Strega Bianca s'immerge in un lago e poi ne esce completamente liberata dai propri peccati. Vi ricorda qualcosa?! Queste credenze fantastiche che poi si vanno a mescolare con le religioni esistenti mi mettono un'ansia assurda ma, forse, sono anche la ragione per la quale adoro sempre i momenti in cui il testo si trasforma in corsivo e so che sto per leggere un nuovo racconto delle sorelle maledette. E si ritorna sempre alla casa del taglialegna e a quelle figlie che altro non desideravano se non la possibilità di scappare dalla terribile realtà che le teneva imprigionate in una fiaba finta senza fine. 



<<Una passeggiata nel bosco non è mai solo una passeggiata nel bosco.
Non nelle fiabe almeno. Fratello e sorella vengono abbandonati; una bambina vestita di rosso imbocca il sentiero sbagliato e incontra un lupo; una bella ragazza trova un castello e una bestia. Il bosco è il luogo dove si compie la magia o la tragedia.
Mi domando a quale delle due categorie apparterrà il mio racconto.>>


La trama ha uno sviluppo molto meno sconvolgente del primo libro se devo essere sincera, le vicende principali del libro si svolgono praticamente sempre in questo villaggio degli intonsi nascosto nella foresta e solo all'inizio e alla fine del libro torniamo in città per "parlare" con il sindaco. Anche se qui, in effetti, qualcosa di "sconvolgente" succede... ma siccome si parla del cliffhanger finale è meglio che io mi zittisca e non faccia spoiler!
Il personaggio di Leora si sta sviluppando molto lentamente, mooolto lentamente: devo ammettere che qualcosina di più da parte sua l'avrei voluta vedere, perché il fatto che sia una persona di buon cuore si era già capito, che volesse conoscere le sue origini pure... insomma, nel terzo libro non dico che vorrei vederla incazzata come Katniss Everdeen... MA IN EFFETTI VORREI VEDERLA INCAZZATA COME KATNISS EVERDEEN!




<<Mi trovo in una posizione scomoda, Leora, perché nonostante tutto la gente continua a credere in te. (...) Forse hanno ascoltato troppe favole. Credono che tu sia un segno, che la tua presenza qui significhi che alla fine vinceremo e che i marchiati non potranno opporsi a noi per sempre. Se parlerai, ti ascolteranno. (...) Abbiamo bisogno di te in battaglia. Sei la scintilla che accenderà la miccia, e dovrai attraversare le fiamme con noi. (...) Tra le fiamme, Leora.>>


Le premesse ci sono tutte o sbaglio? Ecco.
In questo libro conosciamo molti nuovi personaggi che ho adorato, soprattutto i due fratelli che aiuteranno Leora ad essere accettata all'interno della società degli intonsi (il ragazzo lo farà solo alla fine ma comunque è un pezzo di pane anche lui, tranquilli) e la più anziana del gruppo, Ruth, che prende la ragazza sotto la sua ala fin dall'inizio, nonostante la maggior parte delle persone volesse ucciderla seduta stante. 
Non posso rivelare altro riguardo gli altri personaggi che vengono fuori perché, credetemi, sono tutti grigi: nessuno si può definire cattivo o buono, tutti hanno qualcosa per cui combattere, in cui credono. E sì, lo so, le credenze degli intonsi sono davvero troppo rigide ed hanno delle tradizioni spaventose -per le quali non esiterebbero a lasciar morire dei ragazzini pensando che il loro salvataggio per mano di altri sia un segnale di sfortuna-... ma dall'altra parte anche Saintstone è stata ingiusta nei confronti di quel popolo, lasciandolo marcire in rovina in una terra non fertile, costringendolo alle razzie e al brigantaggio solo perché... solo perché non volevano farsi i tatuaggi, convinti che la benedizione di Moriah altro non fosse che una maledizione.
Bene amici, ecco qua. Un secondo libro che fa davvero riflettere, che pecca di pathos devo dire, c'è davvero lo 0% di azione in questo libro, ma che permette a tutti di sedersi un attimo e pensare anche a quello che sta succedendo tutti i giorni sotto i nostri occhi.
Buona lettura, buona riflessione e arrivederci alla prossima recensione!

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