<<Are
you, are you
Coming
to the tree
They
strung up a man
They
say who murdered three
Strange
things did happen here
No
stranger would it be
If
we met at midnight
In
the hanging tree>>
TRAMA: È la mattina della mietitura che inaugura la
decima edizione degli Hunger Games.
A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta
preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di
mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di
accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando
la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di
Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore
risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e
più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.
Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è
stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la
femmina della coppia di tributi.
I destini dei due giovani, a questo punto, sono
intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus
influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza.
Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena
Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a
scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere,
costi quel che costi.
Buonasera cari lettori e possa la fortuna essere sempre
a vostro favore!
AMBIENTAZIONE
E RIFERIMENTI POSSIBILI: Questo prequel della trilogia di
Hunger Games ci teletrasporta in una Capitol City mai vista prima, dieci anni
dopo l’inizio dei giochi, con la gente che si divide solamente in due classi
sociali, senza intermezzi: quella benestante, che comincia a sprecare il cibo
-nonostante il periodo di guerra appena terminato- e quella povera, che pensa a
sopravvivere giorno per giorno. Gli Snow in tutto questo marasma fanno finta di
essere ancora compresi tra i ricchi della capitale ma, ahimè, non è più questo
il caso da quando i genitori di Corionalus e quelli di Tigris (e sì, sorpresa,
Tigris è la cugina di Snow!) sono morti ed i due ragazzi si sono ritrovati a
vivere con quella vecchia pazza della nonna -che si alza come un gallo svizzero
tutte le mattine per cantare l’inno di Panem. In quanto a riferimenti possibili
vi dico solo che, secondo me, con treni merci, laboratori particolari e bambini
con vestiti a righe e una sciarpa rossa la signora Collins c’è andata giù
pesantino stavolta. E sbaglio poi o alla fine della terza parte ci sono state delle
vibes potenti da Shining?!
CORIOLANUS
SNOW:
Beh, come detto poco fa qui sopra, gli Snow non se la passano troppo bene in
questo periodo ma, con l’arrivo della decima edizione dei giochi, tutto sta per
cambiare. Corio ricoprirà la carica di mentore (utilizzata per la prima volta
proprio in questi Hunger Games) assieme ad altri suoi amici e colleghi
dell’Accademia: se il suo tributo dovesse vincere allora potrebbe conquistare
l’ambito premio che gli permetterebbe d’iscriversi all’università e un giorno,
proprio come vorrebbe la “nonna passione giardinaggio”, potrebbe addirittura
diventare presidente di Panem. Però, per il momento, il ragazzo si limita ad
essere uno strano incrocio tra Enzo Miccio (maniaco per i vestiti),
Alessandro Borghese (come descrive lui i cibi che mangia,
nessuno mai)
e Dottor Stranamore (quante pippe mentali si fa
quest’uomo mio Dio!): chi sei tu e che cosa ne hai fatto del vero Snow?! Approfondirò di più nella sezione giudizio.
<<"Credo di aver sottovalutato la portata del loro odio per noi" disse Coriolanus.
"E quando te ne sei reso conto qual è stata la tua reazione?" chiese la donna.
(...)
"Li volevo morti. Volevo morto ognuno di loro.">>
LUCY
GRAY BAIRD: Lucy Gray è una cantante girovaga appartenente al clan
Covey costretta a vivere nel distretto 12 dalla fine della guerra. Il giorno
della mietitura viene pescato il suo nome in modo non proprio leale dal sindaco
e lei per vendetta infilerà un piccolo serpente nel vestito della figlia di
quest’ultimo. Avendo addosso anche un vestito arcobaleno ed un trucco piuttosto
vivace, una volta raggiunto il palco, decide di utilizzare questo momento per
un’ultima performance prima dei giochi. Non sa ancora però quanto scalpore farà
la sua esibizione in quel di Capitol City e soprattutto non sa che il mentore
affidatole sia il migliore sulla piazza. Che cosa penso di Lucy Grey? Che sia
una ragazza intelligente, molto dotata nel canto e molto sfortunata. Non posso
dirvi di più sinceramente perché non mi è davvero piaciuta, l’ho considerata
solo come un personaggio messo lì per dare più sensibilità e profondità al
personaggio di Coriolanus ma alla fine secondo me non è lei la fonte di questo
quasi-cambiamento nel corso del libro. Quando lo leggerete capirete perché.
<<"Non hai l'aria di uno che dovrebbe essere qui."
"Probabilmente no" ammise lui. "Ma sono il tuo mentore. E volevo conoscerti a modo mio. Non a quello degli Strateghi."
"Ah, un ribelle"
(...)
"E cosa farà per me il mio mentore, oltre a offrirmi rose?" chiese lei.
"Farò del mio meglio per avere cura di te" rispose Coriolanus.
(...)
"Be', buona fortuna bello">>
SEIANUS
PLINTH: Eccolo il mio tesoro da proteggere contro tutto e tutti!
Lui è praticamente la voce del lettore, quello che s’impunta per cercare di far
capire quanto siano sbagliati gli Hunger Games, quello che non può nemmeno pensare
di fare da mentore al tributo (ed amico) che proviene dal suo stesso distretto.
Seianus sarà prima odiato da Corio ma finirà col diventare il suo migliore
amico, per questo non ho potuto non parlarvene: per quanto la relazione con
Lucy Gray sia abbastanza centrale nella storia, secondo me la bromance con
Seainus è la vera chiave di volta del libro (infatti la maggior parte dei
casini avviene quando lui cerca di salvare l’altro, cioè sempre).
<<...tutta questa storia degli Hunger Games mi fa impazzire! Cioè, cosa stiamo facendo? Mettiamo dei ragazzini dentro un'arena perché si ammazzino a vicenda? A me sembra sbagliato su tutti i fronti. Gli animali proteggono i loro cuccioli, giusto? E noi facciamo lo stesso. Tentiamo di proteggerli, i bambini! È il nostro istinto di esseri umani. Chi è che vuole davvero fare una cosa del genere? È innaturale!>>
GIUDIZIO: Io
non sapevo che cosa aspettarmi quando tempo fa avevo letto la notizia che
sarebbe uscito il prequel della trilogia di THG -con protagonista nientemeno
che il nostro Presidente Snow- e non sapevo cosa aspettarmi nemmeno quando ho
avuto effettivamente il libro tra le mani la settimana scorsa. Quando l’ho
finito, però, sono rimasta per dieci minuti a fissare il soffitto della mia
camera e mi sono chiesta: che cos’ho appena letto? Cosa voleva dirmi la Collins
con questo prequel riguardo Snow e gli Hunger Games? Per chi era questo libro?
Per me (intesa come persona che ha già letto THG e quindi adulta e consapevole
ormai di quali siano le atrocità compiute nei vari distretti) o per i nuovi
arrivati (cioè i pischelli che non sanno nemmeno cosa sia la saga ed hanno
bisogno dei “campanelli-attira-attenzione” e per “campanelli” s’intende quei
due o tre momenti di romance del libro e due o tre colpi di scena che poi in
realtà tanto colpi di scena non erano)?
Cerchiamo di rispondere a queste domande.
Che
cos’ho letto? Beh, sono più che sicura di aver scelto di
leggere un libro distopico che stimolasse la mia mente, ormai più che piena di
personaggi cliché che tentano di ricalcare il successo ottenuto da questa saga,
però mi sono imbattuta certamente in qualcosa di più grande di me… e della
Collins stessa… perché io non credo che la signora sia stata capace di gestire
un libro del genere in maniera adeguata. E questo si ricollega anche alla terza
domanda che mi sono posta. Se in più ci aggiungiamo che all’inizio del libro ci
sono cinque citazioni di un certo spessore (Hobbes, Locke, Rousseau, Wordsworth
e Mary Shelley) che ti fanno intendere quali siano le “fondamenta” di questo
romanzo… ecco se “la spari alta” già da qui e poi non soddisfi le aspettative,
lasci tutte le questioni importanti a metà e mi fai ricondurre il tutto ad un
banale intreccio amoroso e a litigate tra adolescenti… non ci siamo
assolutamente.
Cosa
voleva dirmi la Collins con questo prequel riguardo Snow e gli Hunger Games? Nel
bene e nel male ho sempre adorato questo villain, inutile nasconderlo… anche
se, è proprio di villain che possiamo parlare ora che sappiamo come stanno le
cose? Ecco, secondo me Snow in questo libro è solamente un burattino. Un
burattino della società e delle caricature di personaggi già visti in altri
libri che la Susanna ha creato per dare un po’ di pathos ad un pippone
filosofico di 400 e passa pagine. La dottoressa pazza e sadica con il
coniglio-pitbull?
Il decano Culoalto che, guarda caso, ce l’ha su con il
protagonista della storia (per un fatto successo anni ad anni prima per colpa
del padre di costui) solamente perché assomiglia un sacco a suo padre (ma ha
gli occhi di sua madre magari? Mio dio per fortuna no)? SIAMO SERI?!
Torniamo a Snow: che cosa diamine voleva dirci quindi la
Collins sul suo personaggio? Perché, non pensate che questo sia un libro dove
c’è un percorso netto verso la modalità villain, sareste completamente fuori
strada. Questo romanzo è una spirale che ti porta tramite ipnosi dentro la
testa di Corio -una testa in cui non vorreste mai vivere perché, altro che
palazzi mentali di Sherlock, qui c’è un labirinto dal quale non puoi uscire-,
che ti porta a capire come ragioni in determinate situazioni, sia che siano di
calma che d’azione… è un continuo andirivieni tra il fare la cosa giusta ed il
non farla ed il chiederti “ma qual è la cosa giusta alla fine?” Quest’ultima frase
si ricollega ovviamente agli Hunger Games. Questi non sono i giochi che
conosciamo noi o, per l’esattezza, questi sono i “dietro le quinte”: chi li ha
inventati? Chi ha pensato alle varie sfaccettature? Perché esistono? Ecco,
scoprirete tutto questo e molto altro nel libro. Ma vi giuro che fino
all’ultimo io non sono riuscita ad inquadrare il personaggio di Snow e forse va
bene così, perché è pur sempre di un personaggio grigio che stiamo parlando.
Però non mi puoi dire che Snow da giovane, prima di diventare presidente, ha
passato un’intera estate a farsi le pippe mentali per colpa di una sbarbatella
qualsiasi (che tra l’altro voleva solo utilizzare per vincere i giochi ed
andare all’università) e delle sue canzonette. Non ci crede nessuno, via.
<<"Eri destinato a fallire" disse Tigris. "Gli Hunger Games sono una punizione contro natura, violenta. Come ci si poteva aspettare che una brava persona come te stesse a quel gioco?"
"Una cosa del genere non devi dirla a nessuno, a parte me. Non è sicuro" la avvertì Coriolanus.
"Lo so" disse lei. "E anche questo è sbagliato.">>
Per
chi era questo libro? Eh, come accennatovi prima, secondo me
la Collins si è imbarcata in un’impresa più grande di lei. Da una parte voleva
tirarsela introducendo nella trama concetti filosofici importanti che potessero
far felice il vecchio lettore, quello che nella trilogia ha avuto solamente
degli accenni di tutte le atrocità causate dal governo nei confronti dei
distretti; dall’altra le è forse venuta la paura che non tutti avrebbero
comprato questo libro se non avesse inserito almeno un po’ di romance
all’interno della storia e quindi PAM! facciamo vedere un giovane Coriolanus
completamente rincoglionito per colpa di Donatella Rettore del distretto 12,
così attiriamo la clientela più giovane.
Per farvi un esempio che renda l’idea del cringe di
alcune frasi di Coriolanus in sua presenza -o nei pensieri stessi- immaginatevi
delle scene di Twilight dentro qua e
ci siete. Bella vs Coriolanus: FIGHT!
Quindi Eva, ti è piaciuto questo libro sì o no? Direi sni.
Ragazzi io non lo so davvero, sta di fatto che ho più
critiche che altro: sicuramente lo troverete molto lento, il libro è diviso in
tre parti (la prima e la seconda dove Coriolanus fa da mentore a Lucy Gray per
poi arrivare alla terza post giochi CHE
MAMMA MIA AMMAZZATE LE GHIANDADIE IMITATRICI VI PREGO HA RAGIONE SNOW FATELE
ESTINGUERE) tutte e tre parecchio noiose, sia per quelli che si aspettano
azione/sangue, sia per quelli che guardano di più l’aspetto psicologico della
vicenda;
P.S. Sì, ho fatto questa stories senza pubblicarla perché volevo metterla qui😂
la trama si districa abbastanza bene, però poi si perde troppo tempo
in alcune parti assolutamente inutili secondo me -ero lì che urlavo mentalmente
“TAGLIA TAGLIA TAGLIA” intanto che
leggevo-; ho apprezzato la traduzione
-soprattutto di alcuni termini o frasi cruciali- dopo essermi confrontata con
alcune mie amiche che avevano letto il libro prima in lingua originale; mi sono
piaciute tutte le canzoni della famiglia Covey e soprattutto il fatto che ci
siano stati molti collegamenti con la trilogia originale -anche se scontatissimi.
Ecco, forse, la critica maggiore è che non ho avuto nessun sconvolgimento
emotivo da parte di questo libro, questo è un romanzo che vuole farti
riflettere su come si sia ricostruita la società di Panem dopo la guerra ma che
allo stesso tempo non lo fa fino in fondo, non ho sentito quel click in più che
mi ha fatto pensare “COSA DIAVOLO HO
APPENA LETTO?!” E lo so che nessun distopico arriverà mai al livello di 1984 ma cavolo… qua ci potevamo andare
vicini, ok?
Ragazzi torno a disperarmi per quest’occasione sprecata,
fatemi sapere voi cosa ne pensate nei commenti! A presto con una nuova
recensione!
🌹🌹
Ciao, finalmente l’ho letto anche io, da brava ritardataria (qui la mia recensione)!
RispondiEliminaBelli i riferimenti, belli questi Hunger Games ‘grezzi’ e poco patinati, belli i personaggi a noi noti che spuntano fuori e bello che mi abbia fatto venire voglia di rileggere la serie.
In generale però l’ho trovato un libro del tutto trascurabile. Si, arricchisce, ma non è che serva a molto altro e soprattutto sul finale si perde un po’ a mio parere.
In generale carino, ma non lo ricomprerei.. Concordo sul fatto che poteva essere decisamente più breve.
Un abbraccio, Rainy
Ciao Rainy, sono contenta che tu abbia apprezzato questo libro molto di più della sottoscritta! Io non ho ancora ben capito la Collins dove volesse arrivare con questo libro sinceramente, trovo sempre più critiche che altro. Gli HG qui sono stati coerenti con quello che viene raccontato nella trilogia però fin troppo noiosi e anche insensati (le bottigliette d'acqua?? WTF) secondo me.
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