martedì 4 settembre 2018

"Ink" by Alice Broadway (Skin Books #1)

Avete presente quel momento in cui devi partire per le vacanze ma non hai niente da leggere? E non sai nemmeno che cosa cercare in libreria? E quindi vai alla cieca giusto il giorno prima di prendere l'aereo, sperando di trovare qualcosa di decente? Ecco cos'è successo con Ink!

P.S. LA COPERTINA DAL VIVO RENDE DIECIMILA VOLTE MEGLIO!



TRAMA: Immagina un mondo in cui ogni tua azione, ogni evento della tua vita ti viene tatuato sulla pelle, perché tutti lo possano vedere. Immagina se avessi qualcosa da nascondere... 
Non ci sono segreti a Saintstone: dall'istante in cui si nasce, successi e fallimenti vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e giudicarti, come un libro aperto. E proprio un libro i morti diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai familiari, come antidoto all'oblio che è ancora più temibile della morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e con lui il ricordo di un'intera vita. Quando l'amato papà muore, Leora, sedici anni, è convinta che il giudizio su di lui sarà pura formalità, e invece si rende conto che l'uomo nascondeva dei segreti, ma che di segreti ne cela anche il Consiglio...


Era da tanto che aspettavo un libro di questo genere, che potesse cogliere le sfumature della vita reale e trasformarle in qualcosa tra il reale ed il fantastico. Ed è finalmente arrivato.


AMBIENTAZIONE E RIFERIMENTI POSSIBILI: Siamo a Saintstone, città in cui gli abitanti si tatuano sulla pelle ogni avvenimento della loro vita: ci sono i tatuaggi obbligatori stabiliti dal governo (come il proprio nome quando si nasce, l'albero genealogico dietro la schiena, le morti, i matrimoni, i successi, i fallimenti, i reati... e così via) ed i tatuaggi che si fanno per se stessi, per avere un ricordo di qualcosa cui teniamo. 
Una volta morti, i defunti vengono sottoposti alla scuoiatura della pelle per diventare un libro e successivamente alla propria pesatura. Un po' come per gli antichi egizi, nel momento in cui i piatti della bilancia stanno perfettamente alla pari, il defunto viene considerato buono e quindi salvato dal giudice che lo lascerà "tornare a casa" dai propri cari... se invece l'anima dovesse rivelarsi troppo pesante, il libro verrà gettato nelle fiamme e la persona dimenticata per sempre.
Fuori dalle mura della città vivono gli intonsi, cioè le persone che a differenza dei marchiati non vogliono farsi tatuare: parliamo di criminali ed assassini che celano le proprie identità ed intenzioni alle persone... ma in realtà questi individui non sono solamente all'infuori della città, ci sono alcuni che fanno finta di essere marchiati, celando la loro vera fede. La fede nella Strega Bianca. 



<<La principessa Moriah visse una lunga vita e felice. 
Potete leggere tutto su di lei dalla sua pelle. Da allora, per mantenere la pace che derivò dal suo governo, la gente di tutto il regno ha scritto la propria storia sulla pelle. 
Perché, proprio come il taglialegna, le persone sanno che le loro vite non hanno nessun valore se le loro storie finiscono nella tomba insieme a loro.>>



LEORA FLINT: Leggendo l'inizio del libro si potrebbe pensare che lei sia "una protagonista sedicenne come tutte le altre"... e invece no! Ve lo garantistico: quello che accade a questa povera ragazza nel giro di pochi mesi potrebbe venir paragonato solamente a quello che ha dovuto passare Gwendolyn de "La trilogia delle gemme" misto a Clary di Shadowhunters. E sì, queste analogie riguardano soprattutto la situazione familiare... che è facilmente spoilerabile, ecco perché ho cercato di rimanere il più vaga possibile. Leora vi piacerà, ve lo assicuro. Ha dei difetti (non insopportabili) anche lei, certo, però non superano mai i suoi pregi. Sogna di diventare una tatuatrice, un lavoro molto raro per una ragazza, anche se possiede il dono di "lettura" dei tatuaggi, come sua mamma (che lavora nel governo).
La sua migliore amica è Verity, lei invece sogna di andare a lavorare al governo e, nello specifico, vorrebbe occuparsi della pesatura delle anime.
Nel primo libro Leora incontrerà Oscar, un ragazzo molto carino e gentile... che però nasconde chiaramente qualcosa.


<<Per la prima volta nella mia vita sto mettendo in dubbio la mia fede, ed è una cosa che mi terrorizza. 
Per la prima volta voglio cambiare le regole. 
Per la prima volta mi domando: ha importanza quello che dice la tua pelle, quando è la tua anima a essere in pericolo?>>


GIUDIZIO: E lo so, di solito vi metto la descrizione di una o più coppie tra i personaggi principali, però questa volta la vera protagonista è solamente la piccola Leora, credetemi.
Intanto, che cosa ne pensate di questo assaggio di trama? A me ha intrigato fin dal primo momento in cui ho preso in mano il libro! Non c'è altro che mi possa ricordare questa nuova trilogia e lo apprezzo tanto; è molto bello vedere che la mente delle scrittrici fantasy continui ad essere prolifera. 
La Broadway nel complesso mi ha soddisfatto (e di conseguenza anche la traduzione, applauso👏), la prosa è molto scorrevole ed il libro si legge che è un piacere: la parte più bella, però, è stata l'introduzione di queste piccole storie all'interno della trama generale -patrimonio della comunità dei marchiati- che hanno ricordato in alcuni casi le nostre fiabe più conosciute, come ad esempio quella de La Bella Addormentata... ma che si sono rivelate più veritiere del solito. C'è solo da mettersi a leggere, credetemi. 
Il mondo creato dalla scrittrice si scopre poco a poco, assieme allo sviluppo della storia, evitando così il tanto odiato "spiegone". 
Gli usi e costumi dei marchiati sono bellissimi, credetemi, un po' macabri certo... però addentrandovi nella storia vi scorderete di scuoiature e conciature varie -si spera- e penserete solamente a quello che accade a Leora, alla sua famiglia ed ai suoi amici.



<<Sogno che qualcuno è in piedi nella stanza della commemorazione e dice il mio nome. Mi chiedo perché lo pronuncino dal momento che sono ancora viva e vegeta. Poi il lettore prende una penna, fa una croce sul mio nome, fissa lo sguardo su di me e richiude il libro dei morti con un tonfo.>>


Tutto molto bello, vero? Però una piccola pecca c'è, se devo essere sincera, -ed è mio dovere esserlo!- e l'ho trovata nelle varie interazioni tra i personaggi: sapete quanto io ci tenga a dei dialoghi ben costruiti e mai banali, no? Ecco, purtroppo non era questo il caso. Non fraintendetemi, il libro di per sé non è noioso, ma non è scattata quella scintilla che credevo di vedere... o meglio, non ho sentito quella sensazione che ti fa amare i personaggi alla follia! 
Speriamo che nel prossimo libro (già uscito in lingua originale, come al nostro solito arriviamo sempre tardi... ma meglio tardi che mai, no?) il fuocherello che ho intravisto diventi un bel fuoco d'artificio con tanto di botto megagalattico.



<<"Ciao" dice lui, abbozzando un sorriso. "Sono Oscar." (...) 
"Probabilmente penserai che sono molto strano. Di solito non rapisco le ragazze al museo, lo giuro.">>

In questo frangente inserisco il commento alla storia d'amore lievemente accennata: allora, io non so se sfoceremo in un possibile triangolo nel prossimo libro -ho l'occhio lungo e ci vedo bene, quindi non dite che non vi avevo avvisato- ma, comunque sia, non è che il personaggio in questione (cioè Oscar) mi stia molto simpatico, colpa soprattutto del fatto che nel romanzo non sia sempre onesto con Leora. 
L'altro tizio invece, Karl, quello che si è sempre comportato male con lei, quello che ne ha combinate davvero di tutti i colori... beh, alla fine secondo me potrebbe rivelarsi una persona completamente diversa da quella che vorrebbe far credere a tutti di essere! Staremo a vedere.
Il rapporto che invece è stato sviluppato abbastanza bene secondo me, quello che ha avuto anche più dialoghi nel romanzo, è stato tra Leora e sua madre. Non posso rivelarvi il perché, altrimenti vi spoilererei la vita, però dovete sapere che è molto bello e profondo... e per il quale dire che "ha avuto degli alti e bassi" può solamente considerarsi un eufemismo!


Bene, la mia recensione si conclude qui e spero che anche a voi venga voglia di leggere questo libro!
Ci rivediamo sicuramente per il sequel!

🌹🌹🌹





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