mercoledì 25 marzo 2020

"King of Scars" by Leigh Bardugo (Nikolai Duology #1)

Heilà miei piccoli grisha/crows, come state?
Lo so che questo periodo di quarantena si sta facendo sempre più duro però, per favore, STATE A CASA. L'avete sentito dappertutto e non volete sentirlo anche da me? Non m'interessa. Lo riscrivo pure, STATE A CASA!
Oggi -per allietare un po' queste giornate costituite principalmente da "mi alzo, mi vesto, mangio, leggo e faccio lezione on line"- parliamo in anteprima di King Of Scars, il primo libro della duologia di Nikolai Lantsov scritto da mamma Leigh Bardugo.




TRAMA (tradotta da me): Nikolai ha sempre avuto un dono per l'impossibile. Nessuno sa cosa abbia sopportato durante la sanguinosa guerra civile del suo paese -e vuole che resti così. Ora, intanto che i nemici si radunano ai suoi confini indeboliti, il giovane re deve trovare un modo per riempire le casse di Ravka, forgiare nuove alleanze e fermare una minaccia nascente a quella che una volta era la grande Armata Grisha.
Tuttavia, con il passare dei giorni, una magia oscura cresce sempre più forte dentro di lui, minacciando di distruggere tutto quello che ha costruito. Con l'aiuto di un giovane monaco e di una leggendaria Squaller Grisha, Nikolai viaggerà nei luoghi di Ravka dove la magia più profonda sopravvive per sconfiggere la terribile eredità dentro di sé. Lui rischierà tutto per salvare il suo paese e se stesso. Ma alcuni segreti non sono fatti per restare sepolti -ed alcune ferite non sono fatte per essere guarite.



Partiamo subito con il presupposto che, se siete capitati in questa recensione e non avete proprio alba di chi sia la signora Bardugo oppure Nikolai Lantsov -MA SOPRATTUTTO NON VOLETE SPOILER SULLA SERIE IN GENERALE-, dovete andare subito a leggervi la recensione della Grisha Trilogy (la serie principale) cliccando qui e poi la duologia (spin -off) Six Of Crows qui.


Non posso stare a ripresentare ambientazione e personaggi che ormai conosciamo da una vita e mezza (rimando il tutto ai link che vi ho messo prima per questo; vi ricordo solo che gli eventi narrati in questo libro si collocano sei mesi dopo Crooked Kingdom sulla linea temporale, mentre dalla sconfitta del Darkling in Ruin And Rising sono passati tre anni), quindi utilizzerò una nuova modalità di recensione, divisa in POV/trame principali.


P.O.V. di NIKOLAI LANTSOV e ZOYA NAZYALENSKY

I miei figli. Il mio tutto. E con queste sei parole potrei già concludere qui questa prima parte di recensione ma non lo farò, perché ci sono moltissime cose da dire. Innanzitutto ho deciso di accorpare i loro POVs  in un unico paragrafo perché le loro vicende procedono di pari passo all’interno del romanzo, a differenza di quelle di Isaak e Nina che sì, si svolgono nello stesso momento, ma da tutt’altra parte del mondo. E con “altra parte” intendo proprio in un’altra dimensione. 
Ma facciamo un passo indietro: come di certo ricorderete, tre anni prima di KOS, quando il Darkling ancora terrorizzava la Nazione di Ravka e minacciava di uccidere chiunque ostacolasse i suoi piani per diventare padrone indiscusso del mondo -con superpoteri di livello 10000 e passa che Goku e onda energetica levate proprio; MI MANCHI AMORE MIO-, Nikolai si ritrovò a dover combattere contro una di quelle schifose creature nate dalla magia oscura di Aleksander e... a perdere. Non solo una battaglia, ma anche una “parte” di se stesso: quella stessa parte che, però, una volta addomesticata/addormentata, gli avrebbe potuto permettere di continuare a vivere. Quindi noi in KOS non ritroviamo solo una Ravka allo sbando, senza soldi nelle casse dello Stato e con nemici che sbucano fuori da ogni dove, ma anche un re che di giorno si comporta normalmente e di notte diventa un mostro assassino. 
TUTTO BELLISSIMO, NO?


<<“The last incident was barely a week ago.” He scrubbed a hand over his face. “I thought I had more time.” 
“It’s getting worse.” 
“I like to keep you on your toes, Nazyalensky. Constant anxiety does wonders for the complexion.” 
“I’ll send you a thank-you card.” 
“Make sure of it. You’re positively glowing.”>>

Per nostra immensa fortuna però, ad affiancarlo ci sono i mitici soldati/compagni di sventure/amici che abbiamo conosciuto nella trilogia principale Shadow And Bone e sto parlando di Genya, David, Tamar, Tolya e di lei... Zoya. Quella ragazza che abbiamo odiato fin dal principio in SAB ma che poi, quando le cose si sono messe male per i Grisha -e anche per gli umani eh-, ha capito subito da che parte stare e, nonostante la sua fedeltà al Darkling fosse praticamente incorruttibile, non ha esitato un attimo a lasciarlo per seguire Alina nella sua crociata contro le tenebre. 
In KOS apprendiamo che per tutti questi anni si è creato un rapporto molto profondo di stima e fiducia reciproca tra Nikolai ed il suo spietato generale di guerra ma soprattutto veniamo a conoscenza del fatto che lei l’ha sempre aiutato nel “contenimento” del suo parassita oscuro -manette alla Christian Grey o Bellamy Blake comprese-, cercando in tutti i modi di evitare che i sudditi apprendessero che il loro re fosse posseduto da un nichevo'ya. 


Caso vuole? Fortuna vuole? Sfortuna vuole? Non so nemmeno io come iniziare questa frase, sta di fatto che all’inizio del libro Nikolai e co. vengono informati dell’esistenza di un nuovo culto religioso a Ravka, quello verso lo Starless Saint... eh bravi, avete capito bene, proprio quello in onore del Darkling.
NO. NON SONO STATA IO A FONDARLO. Ma avrei potuto.

Queste persone, con a capo l’ex monaco Juri Vedenen, chiedono a gran voce che l'Apparat riconosca Aleksander come uno dei Santi ufficiali della Chiesa di Ravka, al pari della Sun Summoner Alina. Ah, che bravi. Altri Alarkling shippers incompresi. 


Come ciliegina sulla torta, comunque, abbiamo pure statue che iniziano a sanguinare dagli occhi ed un misterioso ponte fatto di ossa comparso all'improvviso! Tutti questi strani avvenimenti vengono ricollegati automaticamente al Darkling, come segno di una sua eventuale resurrezione e così il monaco citato prima viene chiamato a palazzo per un'udienza con il re. Nikolai apprende da Juri che potrebbe esistere un pericoloso rituale in grado di separare i mostri dagli uomini, il quale però deve essere compiuto nello stesso posto in cui il Darkling è morto: il re sa che non può permettersi di aspettare oltre, perché il demone che si porta dietro sta diventando ogni giorno più forte e sta mettendo a rischio anche l'incolumità dei suoi amici (*colpo di tosse* soprattutto Zoya *colpo di tosse*) oltre che quella del suo popolo e decide di partire per un pellegrinaggio insieme al monaco -promettendogli di aiutarlo con l'Apparat per la sua richiesta di riconoscimento della santità del Darkling- ed a Zoya.


<<“Is it possible?” he asked instead. “Could the Darkling’s consciousness have somehow survived with his power?” 
“I hope not.” She unclenched her fists. “I hope there’s a thorn wood waiting beneath the sands of the Fold. I hope all of this talk of magical rituals and warrior priests turns out to be more than just a fanciful tale. But if there is no cure and if this thing in you is more than just a curse the Darkling left behind, if he’s trying to use you to find a way back to this world …” 
She looked at him, her blue eyes fierce in the lamplight. He sensed the deep well of loss inside her, the pain she worked so hard to hide. “I will put a bullet in your brain before I let that happen, Nikolai.” 
(...)
He took her hand, pressed a kiss to her knuckles. “My ruthless Zoya, I’ll load the gun myself.”>>

Quando arrivano nel Fold (a proposito dell'ambientazione, qua mi si è accesa la lampadina perché, proprio in quei giorni, stavo rivedendo gli episodi di Avatar: The Last Airbender e mi sono accorta che le barche usate per attraversare la Piega sono proprio le stesse che nell'anime vengono utilizzate per il deserto) i nostri eroi vengono catturati da tre figure: un drago, una donna circondata da api ed un mutaforma. 
Sembra l'inizio di una barzelletta fantasy ma non lo è: questi qui sono rispettivamente Sankt Juris, Sankta Elizaveta e Sankt Grigor, signore e signori (MINCHIATA NUMERO UNO).



A quanto pare i tre sono rimasti intrappolati da quattrocento anni (cioè dalla creazione del Fold) in una dimensione al di fuori dello spazio e del tempo, dove non s'invecchia e non si sente il bisogno di mangiare o dormire, ed ora chiedono a Nikolai di portare a termine il suo rituale, cosicché possano essere finalmente liberi dal giogo del Darkling e tornare a vivere la loro vita da mortali.
Da una parte abbiamo quindi Elizaveta che addestra Nikolai nel richiamo del nichevo'ya (se il mostro dovesse avere la meglio, infatti, lui morirebbe) e dall'altra Juris che -dopo averle distrutto l'amplificatore- insegna a Zoya a combattere utilizzando tutti i poteri dei Grisha, proclamando che gli "originali" avevano la capacità di poterlo fare perché non uccidevano gli amplificatori -per poi metterseli addosso come gioielli qualunque- ma vivevano in armonia con essi. 




<<“A little faith, Zoya. That is all this requires.” 
A bitter laugh escaped her. “I don’t have it.” 
“There is no end to the power you may obtain. The making at the heart of the world has no limit. It does not weaken. It does not tire. But you must go to meet it.” 
“What if I get it wrong all over again?” 
What if she failed Juris as she had failed the others? Her life was crowded with too many ghosts. 
“Stop punishing yourself for being someone with a heart. You cannot protect yourself from suffering. To live is to grieve. You are not protecting yourself by shutting yourself off from the world. You are limiting yourself.">>

L'addestramento dei ragazzi però si rivela tutt'altro che semplice da sopportare, Elizaveta scopre infatti che l'unico modo per far risvegliare il mostro a Nikolai è quello di mettere in pericolo di vita la povera Zoya, che sarà costretta a sopportare molti tentativi di annegamento per far sì che il suo re capisca come controllare il mostro e poi ucciderlo: nei rari momenti di calma durante questo libro i due si avvicinano ulteriormente (QUANTA ANGST QUI!) e cominciano a raccontarsi vari avvenimenti del loro passato; veniamo a conoscenza, per esempio, di come Zoya abbia ottenuto il suo primo amplificatore... e poi arriva la mazzata, gente, perché c'è la classica scena da "prima della battaglia", ovvero il momento "se dovesse succedermi qualcosa" e niente amici, dire che ho versato molte lacrime sarebbe riduttivo. Anche perché sembra che qui tutti -e dico tutti- si siano accorti del legame che c'è tra questi due tranne i diretti interessati.





<<“You would know,” said Elizaveta. “The fairy stories really aren’t true, are they? They promise that goodness or kindness will make you lovely, but you are neither good nor kind.” 
Zoya shrugged. “Should I aspire to be?” 
“Your king values such things.” 
And should Zoya seek his approval? Pretend to be something other than she was? “My king values my loyalty and my ability to lead an army. He will have his wife to smile and simper and cuddle orphans.” 
“You’d give him up so readily?” 
Now Zoya’s brows rose in surprise. “He isn’t mine to keep.” 
“There is a reason I use you and not the monk to provoke his demon.” 
“The king would fight to save anyone—princess or peasant in the field.” 
“And that’s all there is to it? I see the way his eyes follow you.”>>


Il mio parere personale su questa parte della trama sarà in gran parte influenzato dalle conseguenze di questo rituale e, siccome le valuto come uno spoiler gigante per chi ancora non ha letto il libro, rimando la valutazione completa a fine recensione, non potete sbagliarvi, è scritto proprio in rosso ed in grassetto!* 
Per il momento posso dirvi che la Bardugo ha certamente creato due personaggi fantastici e soprattutto grigi, non per forza interamente buoni e non per forza interamente cattivi: entrambi sono cresciuti molto dall'ultima volta che li abbiamo visti, anche caratterialmente, e devo dire che i vari flashback messi dall'autrice per farceli conoscere meglio mi hanno davvero emozionata un sacco. La bravura della Bardugo nell'inserirli sempre nel momento perfetto della narrazione poi mi stupisce sempre (non come altre, non faccio nomi, che li piazzano tre secondi prima di una battaglia, quando pure tu, lettore disteso sul divano, senti lo stomaco attorcigliarsi per la tensione del momento!) e mi porta a confermare nuovamente il mio amore per il suo stile di scrittura. 

P.O.V. di NINA ZENIK

Ninaaa! Figlia mia, quanto mi era mancata! 
Leggere il suo P.O.V. mi ha fatto provare sentimenti contrastanti: passavo dalla depressione più totale al saltare di felicità per una scena da super bad ass girl oppure all'urlare per lo schifo che provavo nel leggere alcune cose (o nel rivedere alcuni personaggi). Le montagne russe possono solo accompagnare, no? 
In KOS Nina ha assunto le sembianze tipiche di una ragazza di Fjerda -occhi chiari e capelli biondi- per mescolarsi in mezzo alla popolazione e scoprire qualcosa di più sulle voci di Grisha che scompaiono misteriosamente. E lì ho strabuzzato gli occhi: in che senso ti fai problemi sui Grisha che spariscono.... a Fjerda?! Cioè, si sa da sempre che quel paese è composto principalmente da Drüskelle (cacciatori), uno dovrebbe preoccuparsi quando questo non succede... o no? Comunque, a parte la missione segreta -alla quale partecipano anche Adrik (il nostro bimbo cresciuto!) e Leoni (vista brevemente su CK mi pare)- Nina si trova a Fjerda anche per un altro motivo: seppellire il corpo di Matthias. 




E qui arriviamo al tasto dolente. Matthias e Nina erano una coppia bellissima, un enemies-to-lovers costruito nei minimi dettagli proprio... però la ghigliottina delle autrici maligne colpisce sempre dove non deve e abbiamo dovuto salutare questo bel personaggio dopo poco tempo che l'avevamo conosciuto. 
Quando ho dovuto leggere di Nina che, dopo sei mesi, ancora non è riuscita a "lasciar andare" Matthias (nel senso che se lo porta proprio dietro, capite?) e che lo sente ancora nei suoi pensieri -come Bella con Edward su New Moon praticamente- non sapevo se provare più odio per la Bardugo per avermi ridotto un personaggio forte come Nina così o una grande tristezza per la situazione in sé.
A ciò, dobbiamo pure aggiungere il fatto che una nuova ragazza entra in scena nella vita della bella grisha e sto parlando di Hanne. E che cognome mai avrà questa misteriosa ragazza nordica? Eh. Brum vi ricorda qualcosa? 



Proprio lui, gente. Non vi dico altro, dovete leggere per sapere cosa succede. 
Il fandom, comunque, si spacca in due riguardo questo nuovo personaggio: alcuni ci vedono l'inizio di una nuova storia d'amore per Nina -e quindi sono super incazzati perché "Com'è possibile che Nina abbia dimenticato l'amore della sua vita in soli sei mesi?!"-, altri invece (come me) non hanno proprio colto questi segnali durante la lettura ed hanno pensato solamente ad una normale amicizia dovuta alla lotta per la sopravvivenza dei Grisha in un territorio retrogrado e spietato. Ma poi, tutti convinti che Nina sia bi... ma quando è stato detto? Me lo sono persa? 
Riassumendo, penso che il P.O.V. di Nina, nonostante alcune scene siano innegabilmente memorabili, soprattutto quelle riguardanti i suoi nuovi poteri dovuti al consumo di Jurda parem, sia il più noioso di tutto il libro... in alcuni capitoli mi risvegliavo dal torpore solo perché trovavo una citazione memorabile (girl power a manetta) o un riferimento ai Crows!



“We’re not as different as you might think.” Nina bobbed her head toward the men, who were now arm wrestling for the right to a generous reward that none of them would ever see. “It’s fear that makes your father act as he does, that makes men write foolish rules that say you can’t travel alone or ride as you wish to.” 
The other girl bit back a laugh. “Why should they be afraid? The world belongs to them.” 
“But think of all the things we might achieve if we were allowed to do the things that they do.” 
“If they were truly afraid, you wouldn’t have to simper and preen.”


P.O.V. di ISAAK ANDREYEV

Ecco, lui è un altro nuovo personaggio fondamentale per l'evoluzione della storia. Il ragazzo in questione fa parte della Guardia Reale di Nikolai: è stato lui stesso, infatti, ad inviargli una lettera con l'offerta di lavoro, permettendogli così non solo di diventare un soldato e riuscire a mantenere sia la madre che le sorelle, ma anche di imparare a parlare benissimo tutte le lingue di Ravka. 
In KOS Isaak si ritroverà, suo malgrado, a dover interpretare la parte dello scomparso -nel senso di sparito proprio, non morto, calmi tutti- re Nikolai intanto che questi si trova insieme a Zoya nel Fold e quindi sarà costretto a sopportare il restyling completo da parte di Genya e anche vari ed eventuali attentati alla sua vita.
Ma non finisce qua ragazzi perché, come avete letto anche dalla trama, la posizione di Nikolai come re di Ravka è sempre più instabile, dato che stanno spuntando bastardi del re in ogni dove -neanche fossero dei Baratheon, santo cielo!- e quindi il giovane re dovrà presto sposare una principessa per assicurarsi un'alleanza strategica e mantenere il dominio di Ravka. E che cosa c'è di meglio d'indire un ballo in pieno stile Cenerentola, tenendo così sotto controllo anche le figlie dei tuoi potenziali nemici? Niente, per l'appunto.
Io nella mia testa m'immaginavo una cosa così (e non la tragedia che è seguita):



<<Il valzer, svelti, il vaaalzer! 
Le luci FIUUU le luci!>>

I problemi, per l'appunto, iniziano quando una di queste principesse è convenzionalmente un'assassina professionista -e pure bella- che ti manda in brodo di giuggiole il fake king con un colpo di ciglia.
Il P.O.V. di Isaak è stato molto carino da leggere, almeno regalava ogni tanto un po' di tranquillità e spensieratezza in tutto il marasma che è questo libro da cinquecento e passa pagine.


<<Everyone mourns the first blossom. Who will weep for the rest that fall?>>
(...)
<<I will remain to sing for you, long after the spring has gone.>>



Bene signori, la recensione si conclude qui per quelli che non vogliono sapere altro riguardo questa prima parte della duologia e saluto tutti con il voto!

🌹🌹🌹

UPDATE 2021: L'ultimo libro alla fine si chiama Rule Of Wolves. Fa cagare. Non leggete sta saga. Risparmiate soldi e tempo. Bardugo vai a quel paese una volta per tutte. 



*SPOILER FINALE
Quando finalmente arriva il momento del rituale vero e proprio Sankta Elizaveta tradisce tutti e rivela di aver preservato il corpo del Darkling -scambiandolo esattamente come Genya aveva fatto per Alina- e di essere stata lei a mandare Juri da Nikolai, per far sì che venisse nel Fold a compiere il rituale per risvegliarlo.
Zoya diventa praticamente un "Avatar" dei Grisha (MINCHIATA NUMERO DUE) e acquisisce un potere enorme grazie al sacrificio di Juris: il generale si trasforma e corre in aiuto del suo re quando sta per morire, riuscendo nel contempo a distruggere il corpo del Darkling. 
Messo in salvo Nikolai, però, i due si accorgono del grande errore commesso: una volta liberato lo spirito del Darkling ed ucciso il suo corpo, questo si sarebbe impossessato della prima cosa più vicina ad esso... ovvero il monaco Juri (MINCHIATA NUMERO TRE).




COMMENTO POST SPOILER: Ho paura, mooolta paura, che la Bardugo non abbia avuto le idee ben chiare quando ha iniziato a scrivere questa storia. Spero che nel prossimo libro intitolato Rule Of Wolves la trama torni ad avere una parvenza di senso logico, perché il Darkling non lo riporti indietro per lasciarlo senza poteri UNO, e DUE, per quanto tempo la signora pensa di lasciare fuori Alina dall'equazione se lui li dovesse riacquistare? Li ha inventati lei stessa questi personaggi, quindi sa meglio di noi come questi due funzionino, se uno si "riattiva" allora anche l'altro lo farà. Probabilmente il prossimo libro inizierà con un capitolo di Alina che sente qualcosa, un brivido, un vento gelido -o che so io- e capirà che il Darkling è tornato. Magari con Mal in parte che non capisce una cippa come suo solito.
Vaaa bene ragazzi, adesso non ci resta veramente che salutarci ed avere fiducia in mamma Bardugo!💘

ALTRO COMMENTO POST LETTURA DI RULE OF WOLVES: Non fidatevi della Bardugo, scappate.

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