lunedì 24 agosto 2020

"La città di ottone" by S. A. Chakraborty (Trilogia Daevabad #1)

<<Le notti d'orieeeeente
Fra le spezie e i bazaaaaar
Son calde lo sai, più calde che mai
Ti potranno incantaaaaar...>>



TRAMAEgitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

Buongiorno cari lettori come state?
Io così (sì, preparatevi alle gif di Aladdin):




AMBIENTAZIONE E RIFERIMENTI POSSIBILIVi ricordate quando nella scorsa recensione -quella di Crescent City- vi ho detto "guardate che poi la questione ambientazione ritornerà fuori"? Eccoci qua. Sempre a lamentarmi direte voi. Eh, ma stavolta partiamo dalle cose positive di questo libro, il primo capitolo di una nuova serie ambientata tra le calde sabbie del deserto del Sahara... o qualcosa che lo ricorda insomma.


No, mi dispiace deludervi, ma questo non è il primo romanzo che tratta l'argomento jinn, né il primo romanzo fantasy ambientato in Oriente, quindi tutti quelli che l'hanno osannato fino all'inverosimile dovrebbero stare un attimino più tranquilli a mio parere. Ennesima conferma questa che devo iniziare la saga Rebel della Hamilton, tra l'altro.
Tornando a noi!
Questo libro ha la capacità invidiabile di teletrasportarvi in un mondo colorato, profumato, magico che v'incanterà sin dal primo momento... e la città di Ottone? Beh... è fatta di Ottone. Esattamente ragazzi, più che dire che all'interno di Daevabad ci vivono i jinn e che ci sono disparità sociali (tra quelli che effettivamente hanno poteri e quelli che invece non ne hanno e vengono trattati come schiavi) NON CI VIENE DETTO ALTRO. Colpa mia che mi aspettavo troppo da questa famigerata città oltre le ziggurat e il mercato delle spezie? Mi sa di sì. 


Il discorso poi andrebbe anche più approfondito e lo potete fare leggendo qui sotto il paragrafo di Ali.
Infine la divisione in "razze" di jinn/deava mi è piaciuta molto perché rispetta praticamente alla perfezione le credenze del corano (grazie Wikipedia che c'illumini), come il fatto che questi esseri nascano dal fuoco per esempio.
Come riferimenti quindi che cosa troviamo? Sicuramente Aladdin e i vari insegnamenti religiosi dell'Islam... se poi dobbiamo vedere un attimino le dinamiche tra i personaggi... Shadow And Bone.



NAHRINahri non è una protagonista che mi abbia proprio fatto entusiasmare perché non ha chissà quale spessore e inoltre... Alina Starkov può solo che accompagnare, ecco, mi fermo qua. Chi ha colto la metafora bene, chi non l'ha fatto male. 
Come MA DICO COME fai a passare praticamente tutta la tua infanzia e adolescenza senza chiederti, UNO, chi siano i tuoi genitori e come sei venuta al mondo e DUE, come caspita sia possibile che tu abbia dei poteri magici curativi?! 


Ma mai una volta, eh. Lei ci è nata così, non ne vuole sapere nulla e continua a fare quello che ha sempre fatto: truffare le persone.
Il suo carattere poi è abbastanza incomprensibile, l'unica volta che mi è piaciuta è stata quando, dopo un po' che è arrivata in città, si mette a studiare tutte le cose relative alla cura dei pazienti con la magia e si incazza con la sua insegnante la volta in cui uno dei cittadini muore per colpa sua (visto che lo "opera" senza aver fatto pratica).
Per quanto riguarda il discorso storia d'amore con Dara... ragazzi, lo so che è quasi una sorta di insta-love perché è il primo deava che Nahri incontra sul suo cammino, però ascoltatemi, ci sono delle scene molto belle tra loro e, sinceramente, quel feeling che avete esiste anche perché la scrittrice non ci ha mai fatto vedere quello che è successo tra i due nel tragitto verso la città di Ottone -che è durato MESI-, abbiamo sempre e solo letto frasi del tipo "i due si sono avvicinati molto durante questa settimana" e ci siamo dovute fare noi un piccolo film in testa. Quando poi Dara deve partire con il fratello Munthadir -ed erede al trono da me soprannominato Capitan Mutanda- di Ali e la lascia a Deavabad, lei sente moltissimo la sua mancanza e una volta che lui ritorna ha dei momenti di gelosia incredibile nei suoi confronti e s'incazza ogni qualvolta la vede assieme ad Ali. I due, insomma, sono altamente shippabili nonostante ci siano vari "intoppi di trama", se così possiamo definirli. Il problema è che non posso nemmeno dire <<speriamo che vada meglio nei prossimi libri>>. ormai posso solo armarmi di uno scudo per l'enorme palo in faccia che mi prenderò.


<<La famiglia Nahid non esiste più. Gli ifrit diedero loro la caccia per secoli e uccisero gli ultimi, fratello e sorella, circa vent'anni fa.>>
(...)
<<Quindi mi stai dicendo che mi ritieni l'ultima discendente di una famiglia che un gruppo di ex daeva, pazzi e con l'ossessione per la vendetta, ha provato a sterminare negli ultimi tremila anni?>>
<<Lo volevi sapere.>>


DARADoes your back hurt, my dear? Veramente, questo è l'ennesimo caso di personaggio che fa salire di livello la propria saga solo perché esiste. Vi ricorda qualcuno? Ben Solo, il Darkling... eh, ne abbiamo qui!
Cooomunque. Che cosa possiamo dire di questo ragazzo/genio... beh, intanto:


Eh sì, non nascondiamolo, il caro e vecchio Dara è un guerriero deava la cui storia troverete incredibilmente interessante. E poi ha un tappeto volante, cosa volete di più?


Non è né uno dei buoni, né un villain, è uno dei molti personaggi grigi che ci piacciono tantissimo e con un passato oscuro. Per farla breve, secoli fa i deava non erano esattamente buoni e se la prendevano con i jinn, questi si sono poi ribellati ed hanno compiuto una strage; a loro volta i deava hanno mandato il flagello (Dara) a sterminarli più o meno tutti... solo che poi è stato catturato dai jinn malvagi ed è finito in una lampada... e quindi da schiavo ha compiuto altre diverse azioni discutibili di cui non ricorda praticamente nulla fino a che un peri (razza alata di jinn) non l'ha liberato (più o meno, leggerete da voi questa parte però). E poi un giorno a Nahri è venuta voglia di fare il karaoke e SWOOSH! Ecco un deava solo per te, cara.


Non avendo il suo POV -maledetta Chakraborty- non siamo mai sicure di quali siano le reali intenzioni di Dara ma una cosa della quale non dubiteremo mai è che lui faceva parte della famiglia Afshin, cioè i guerrieri protettori della casa reale Nahid, e di certo non lascerà che qualcuno torca un capello all'ultima discendente. Nemmeno alla famiglia Qahtani, i reali che governano a Daevabad in questo momento. 


 <<"Niente male, Zaydi. Combatti molto bene per un ragazzo della tua età."
Ali si stava stufando di quel sorriso condiscendente. "Il mio nome non è Zaydi."
"Muntadhir ti chiama così."
Strinse gli occhi. "Ma tu non sei mio fratello."
"No. Di sicuro non lo sono. Ma mi ricordi il tuo famoso omonimo."
Ali sapeva che non era un complimento -considerando che lo Zaydi e il Darayavahoush originari erano stati nemici mortali in una guerra lunga un secolo ceh aveva spazzato via tanti appartenenti alla loro razza-, ma lo trattò come se lo fosse. "Grazie."
L'Afshin si rimise a studiare lo zulfiqar, tenendolo in modo che la lama di rame scintillasse nel sole che si riversava dalle finestre. "Non ringraziarmi. Lo Zaydi al Qahtani che conoscevo era un fanatico ribelle assetato di sangue, non il santo in cui l'ha trasformato il tuo popolo."
Ali si inalberò. "Lui era assetato di sangue? Il tuo Consiglio Nahid stava bruciando vivi gli shafit nella maidan, quando si rivellò."
"Conosci così bene com'era la situazione mille anni prima che nascessi?" lo stuzzicò Dara.
"Le nostre cronache dicono..."
"Le vostre cronache?" L'Afshin fece una risata amara. "Oh, come mi piacerebbe sapere che cosa dicono. I geziri sanno scrivere, allora? Pensavo che, tra le vostre dune di sabbia, non faceste altro che litigare fra voi ed elemosinare avanzi delle tavole umane.">>


ALILui è il qaid della città di ottone, il fratello guerriero che non può sposarsi ed avrà il compito di aiutare il vero erede al trono a governare al meglio... se se, di giorno questo, perché di notte il signorino cosa fa?

Spaccia droga?

Balla intorno al palo?

Gioca a poker?

No, contrabbanda armi per la ribellione del popolo. Verso la sua stessa famiglia.


Sì, sì gente, lui è il classico wannabe Robin Hood, però non tanto furbo quanto quella piccola volpe; è solamente un bravo guerriero un po' pirla che si fa raggirare. Una cotoletta col turbante sostanzialmente, uh che immagine ho in testa adesso!
Comunque! Se all'inizio del libro vi dovesse venire in mente che la ribellione in questione avrà una qualche sorta di importanza VI SBAGLIATE DI GROSSO perché, una volta arrivata Nahri, scatta il piano d'attacco del re, ovvero "CONVINCI LA STRONZA A SPOSARE TUO FRATELLO, NON POSSIAMO PERMETTERCI UNA RIVOLTA E SOPRATTUTTO TIENILA LONTANA DA TUA SORELLA PAZZA" e qualche sprazzo di tutta quella questione si vedrà solamente alla fine. 

P.S. Ora, non ci vedrei nulla di strano in tutto ciò se i personaggi non mi ricordassero il Trono di Spade... la sorella stronza palesemente Cercei, Ali è Tyrion misto a Jaime, Renly Baratheon è Munthadir e Margaery è Nahri. Spero che la metafora dei vari personaggi sia chiara, non vorrei mai che qualcuno si fosse perso. Come se non bastasse, poi, la dolce metà non dichiarata dell'erede al trono (Loras sostanzialmente) altro non è che il figlio del gran visir. Alé.


In questo paragrafo dovremmo comunque parlare di Ali e quindi... parliamone.

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Niente, io non so che altro dirvi oltre al fatto che è bello, educato (più o meno), studioso, noioso, è un bravo guerriero, un po' una testa calda a volte, noioso... l'ho già detto noioso? Scusate ma è così, purtroppo mi vogliono far partire la ship tra lui e Nahri ma io non ce la vedo minimamente: perché nei libri non si può più avere un bel rapporto d'amicizia maschio- femmina senza dover per forza addentrarci nel triangolo delle Bermuda?? L'unica che mi ha dato soddisfazione a riguardo è stata la Maas con Dorian ed Aelin di Throne Of Glass, c'è poco da fare. 
La cosa positiva è che questo qui non è come Mal quindi potrebbe essere l'unica ragione per la quale continuerei la saga un filino più tranquilla.


<<Ho fatto un accordo con mio fratello. Per il momento mi adeguo agli ordini di mio padre. Quando Muntadhir sarà re, mi darà più potere nelle questioni riguardanti gli shafit.>>
(...)
<<Fosti un'idea mia. La mia speranza. Anas era contrario al tuo reclutamento. Pensava che fossi troppo giovane. Lo convinsi io. (...) Forse aveva ragione lui. (...) Non ti disturberemo più principe. Se cambierai idea, sai dove trovarmi. E mi auguro che lo farai. Perché nel giorno del tuo giudizio, Alizayd... quando ti verrà chiesto perché non hai difeso quello che sapevi giusto... la lealtà verso la tua famiglia non ti giustificherà.>>


GIUDIZIOAllora, cominciamo con la cosa basilare. Mi è piaciuto questo romanzo? La risposta è sì, non è assolutamente un brutto libro, c'è di peggio al mondo. Lo stile di scrittura è abbastanza scorrevole, la traduzione è fatta bene, nonostante qualche passo falso nella battitura e, tutto sommato, quando chiudi il libro sei consapevole di esserti immerso in un nuovo magico mondo. Non basta però un discreto worldbuilding a creare un buon prodotto.
Anche La città di ottone è un "romanzo introduttivo" in stile Crescent City, se così vogliamo definirlo... il problema è che qui la scrittrice non fa bene il suo dovere, perché a livello di spiegazione degli eventi precedenti la storia di Nahri, del perché e del per come insomma, ce n'è veramente troppo poca. Mi spiego meglio, per me sarebbe stato più opportuno venire a conoscenza delle varie leggende, delle guerre e degli intrighi politici attraverso più espedienti letterari E NON SOLO IL MALEDETTO SPIEGONE. 


La trama... la trama è molto debole ragazzi, non c'è che dire. Aggiunge molto poco a quello che vedete nella sinossi, se non la rivelazione del parentado di Nahri e la scena finale del libro riguardante Ali che si può intuire appena lo vedete buttarsi in acqua una volta, visto che viene ripetuto allo sfinimento che ai jinn -perché nati dal fuoco- l'acqua non piace per niente.
Passiamo ora alle dinamiche tra i vari personaggi. Fatemi evocare il sommo:


Eccoci qua, un'altra serie di cui mi fidavo che pian pianino se ne andrà in malora. Effettivamente, nel momento in cui ti inseriscono due POV principali e poi vedi che il provvisorio interesse amoroso della protagonista non è l'altro POV in questione, due domande uno se le fa dall'inizio del libro. Speravo con tutte le mie forze di non incappare in un ennesimo friends to lovers -visto che la base per avere una bella storia tra Nahri e Dara c'era tutta- e invece... eccoci qua. Siccome il terzo libro è già uscito, sono andata ad indagare un attimo su quello che mi aspetta e turns out che avevo intuito esattamente come sarebbero andate le cose. 
Non so nemmeno se continuerò con questa saga... un po' come per Io sono buio della White (che comunque avrebbero potuto finire di pubblicare in Italia, maledetti, perché la storia era stupenda ma DAVVERO stupenda -vi lascio il link della recensione qui), una volta confermata la "disfatta" su tutti i fronti, io di solito mi ritiro e vado a leggermi qualcosa di diverso.
Bene signori e signori, come sempre è stato un piacere! Fatemi sapere anche voi che cosa ne avete pensato.
Alla prossima recensione!

P.P.S. Quest'anno Netflix ha acquistato i diritti della serie e la produzione è stata affidata ad Edgar Wright, il regista di Baby Driver.


 🌹🌹🌹

2 commenti:

  1. Avendo letto tutti e tre i libri trovo che il triangolo tra i tre personaggi principali sia ben scritto e miracolosamente (dico miracolosamente perché odio i triangoli) mi ha appassionato.
    SPOILER
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    Trovo che lo sviluppo di Dara sia interessante visto che man mano che la storia va avanti lui continua a fare scelte sbagliate, che è anche uno dei motivi per cui Narhi sceglie Ali al posto di Dara.
    I suoi POV sono distruttivi a dir poco, visto che oscilla continuamente tra l'ossessione per Narhi, la fiducia cieca e mal riposta in Manizeh e la tentazione di suicidarsi per quello che ha fatto e sta facendo.
    E' stato tradito dai Nahid già una volta ma non ha imparato la lezione e al secondo tradimento è distrutto, tanto che continua a ripetere che non meritava tutte le resurrezioni che ha avuto.
    Solo verso la fine si riprende un po' e seguendo il consiglio di Kartir, un sacerdote con cui instaura un rapporto molto bello poiché è l'unico che non giudica Dara per tutto quello che ha fatto, decide di darsi un'ultima possibilità ritornando dalla morte (in cui aveva visto la sorella Tamina, che gli manca terribilmente) e usando la sua vita per fare qualcosa di buono.
    Narhi, si, è un po' moscia all'inizio e tratta malissimo Dara (che, se non si fosse capito, è il mio personaggio preferito), ma fa anche molti sacrifici per il suo popolo e continua a combattere fino alla fine; inoltre è distrutta da questo rapporto un po' tossico con Dara, che basicamente ha fatto due o tre stragi e non sta molto bene emotivamente e mentalmente.
    Ali non mi piaceva all'inizio perché un po' noioso e ingenuo ma dopo tutto quello che gli succede si inizia ad apprezzarlo di più.
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    Non voglio criticare ma trovo che sottolineare la similitudine tra le varie storie non abbia molto senso visto che non si può creare nulla che sia completamente diverso da tutti gli altri libri e film esistenti.
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    Detto questo aggiungo solo che io mi sono innamorata di questi libri e dell'ambientazione.

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    Risposte
    1. Ciao. Grazie per il tuo commento chiarificatore, può darsi che prima o poi io decida di andare avanti e leggere gli altri due libri, chi lo sa. Per quanto riguarda il "sottolineare le similitudini" se intendi il mio modus operandi per le recensioni (cioè i riferimenti possibili) mi dispiace che non ti piaccia, io lo faccio per far entrare nel mood i lettor*; se invece intendi la questione del triangolo amoroso/dinamiche beh... non sono d'accordo sul fatto che tu dica che non si possa creare nulla di diverso, perché ne abbiamo avuto la prova; prima tra tutte la Kuang ci ha regalato la trilogia de La Guerra dei Papaveri, quella sì che è una ventata d'aria fresca.
      Sono contenta ti siano piaciuti comunque questi libri e che ti abbiano appassionato, per fortuna non siamo tutt* ugual* ;)

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