martedì 10 ottobre 2017

"La mappa che mi porta a te" by J. P. Monninger

Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta, CE L'HO FATTA. Ho finalmente finito questo libro. E avrete già capito da queste mie parole che la recensione non sarà una passeggiata... nel senso che non sarà proprio positiva come mi sarei aspettata invece dalle parole di Sparks. Io mi fidavo di te, Nick!
Origin di Danny Bello (Dan Brown, io lo chiamo così, per chi non lo sapesse😂) mi sta chiamando dalla sua postazione sul comodino, ho una voglia matta di leggerlo, davvero. Tra un po' si smaterializzerà il professor Langdon per urlarmi dietro (con le sembianze di Tom Hanks, chiaro). Gli regalerò un orologio nuovo al massimo, dai. #mickeymouseistheway.


TRAMAÈ l'estate dopo la laurea, quella della libertà e dei progetti, quando il futuro ti inebria con le sue infinite possibilità e la vita sembra invitarti a percorrere mille strade diverse. Quell'estate, al termine del college, Heather parte per l'Europa con le amiche del cuore. È un viaggio zaino in spalla, alla scoperta della magia del vecchio continente, i romanzi di Hemingway a farle da guida da una capitale all'altra. Ad attenderla al suo ritorno negli Stati Uniti c'è un avvenire già accuratamente tracciato: un impiego sicuro, l'inizio di una carriera importante, le aspettative della famiglia. Ma su un treno notturno da Parigi ad Amsterdam, ecco, inaspettato, l'incontro con Jack, capace in un istante di cambiare il corso del suo viaggio e della sua vita. Jack non segue gli schemi. Lui, la carriera e le aspettative, se le è lasciate alle spalle senza rimpianti. Ora sta attraversando l'Europa seguendo un itinerario annotato in un vecchio taccuino: apparteneva a suo nonno che, dopo aver combattuto nella Seconda guerra mondiale, si era concesso di conoscere meglio quei Paesi prima di tornare in America. Per Jack, quel diario è un tesoro prezioso e non esita a condividerlo con la ragazza che lo ha conquistato in un istante. È così che le traiettorie di Heather e Jack si uniscono, in un viaggio dell'anima che è scoprirsi e amarsi, vedere con gli stessi occhi spettacoli mozzafiato, nutrirsi di poesia, suoni, profumi. È un'estate unica, in cui tutto è un sogno possibile. Ma quando, come ogni estate, volgerà al termine, Heather e Jack dovranno decidere se restare compagni di viaggio per la vita o tornare alle rotte prestabilite. Sul loro destino pesa un segreto. E sarà la più grande prova d'amore.


IO, DOPO AVER LETTO LA TRAMA:


IO, DOPO AVER LETTO IL LIBRO -SPARKS, È TUTTA COLPA TUA:


AMBIENTAZIONE E RIFERIMENTI POSSIBILI: Europa (città varie tra cui Amsterdam, Parigi e Berlino); America, Stati Uniti (città di New York e stato del Vermont).
Sarà che l'altro giorno ho rivisto il film in questione, sarà che gli attori mi hanno ricordato proprio i nostri Heather e Jack... ma il riferimento principale per me è stato "Oggi sposi, niente sesso"! Kutcker e la Murphy? Adorabili.

HEATHER: Non penso esista ragazza più ordinata e precisa di lei in tutto il mondo. In questo viaggio post laurea però incontra l'amore della sua vita, Jack, e da lì è tutto un patatrac. Tra i genitori che la assillano per il nuovo lavoro, e le amiche che ormai la credono una perfettina cronica sempre con l'agendina in mano, quando conosce Jack finalmente inizia a rivedere le sue priorità (Hermione sei tu? Hahah), e comincia a farsi due domande sul suo futuro. Della serie, voglio veramente lavorare in banca? Voglio veramente vivere a New York?



JACK: È uno spirito libero, non c'è che dire. Bello, alto, originario del Vermont. Non posso dire che il suo personaggio non mi sia piaciuto... però la scintilla non è scattata proprio, continuava ad impicciarsi in tutte le scelte di Heather. Ma i cazzi tuoi, no? Ma chi ti conosce!
Per finire le info biografiche del tipo comunque, vi dico solo che è un ex giornalista e che sta facendo un viaggio per ripercorrere le tappe visitate dal nonno dopo la seconda guerra mondiale. 



GIUDIZIO: Ecco, già vedendo che le descrizioni dei personaggi sono corte avrete capito che adesso comincia il divertimento. Muahaha.

Piccola premessa... io conosco solo tre uomini in grado di scrivere una storia d'amore decente ed essi sono (in ordine casuale): John Green, Nicholas Sparks e Francesco Falconi. Monninger? No. Stiles, la parola a te:


Vedete, l'idea di base del romanzo era bella. 

Sintesi: Un ragazzo ed una ragazza s'incontrano su un treno diretto ad Amsterdam e cominciano a parlare di Hemingway e della vita in generale... e poi quando scendono BAM! Il primo bacio. Ok, va bene. Tutto normale. Un po' di romanticismo ci sta. Poi... si ritrovano ad una festa. E parlano e ballano e parlano e ballano. Parlano fin troppo. E poi, complice una lezione di scherma, si accende la pasión prohibida. E le città chi le visita più adesso? Rido per non piangere.
Cooomunque, per tutta la prima parte del libro si viaggia in Germania, Polonia, Italia, Francia... ed è proprio a Parigi -dove i due alla fine decidono pure di andare a vivere insieme (dopo aver piantato un albero illegalmente)- che... tre, due, uno...  lui sparisce. Puff. Chiamate "Chi l'ha visto?". Fine prima parte. Vabbé.

Inizio seconda parte: siamo a New York. Heather si dispera. Lavora. Si dispera. Esce con tre tizi strani. Pensa a Jack. Si dispera. Lavora. E avanti così. Poi arriva l'amica Costance, quella fortunata, perché col pastore australiano (il migliore amico di Jack) le è andata davvero bene. Così bene che annuncia tutta contenta (anche all'altra amica, Amy, quella povera anima -ne parlo dopo tranquilli) l'imminente matrimonio. Ma dove lo celebreranno mai questo wedding? A Parigi ovvio! Come se quella povera disgraziata della sua migliore amica non fosse già abbastanza depressa.
Bellissima e commovente cerimonia... due o tre balli e sguardi sexy da parte dell'amico del pastore che parla il pecorese (ma io non so, povero Xavier, poteva dargli una chance sta' decerebrata XD) e poi arriva Raef (lo sposo) e durante l'ennesimo giro di valzer rivela che sa perché Jack è sparito. MA ALLORA, ADESSO TI SVEGLI? 
A parte questo, si viene a sapere che Tom, l'amico di Jack che era morto improvvisamente, non esisteva e che "Tom" altro non è che un modo carino di chiamare la malattia di Jack, la leucemia. Quindi lei, spinta da non si sa quale sesto senso, va sotto al frassino che avevano piantato durante l'estate e trova una lettera da parte del mago Zurlì -volevo dire Jack-, nella quale le rivela che l'amerà per sempre ma che non poteva vederla soffrire. 
Poi arriva la frase incriminata che vi metterò qua sotto, citazione presa dal quadernetto del nonno (per fortuna che c'è lui insomma, che con questa frase mi salva un po' la situazione), e lei capisce che deve andare in Bulgaria perché lui è là. Quindi parte, dopo tre o quattro capitoli lo ritrova e lui è... con un'altra. Per fortuna il giorno dopo scopre che è la zia, sennò tiravo su un putiferio. Lui le dice che è malato, si baciano, ballano e... fine. Stop. The End. Kaput.

Capite la mia frustrazione? 
Qui sotto la cit. che, come ho detto prima, salva un po' il libro. Questa pagina del diario del nonno mi ha fatto quasi scendere la lacrimuccia. Quasi.


<<...l'amore non è statico e non è divisibile. L'amore che troviamo in questo mondo ci viene incontro e contemporaneamente si allontana da noi. Dire che siamo noi a trovarlo significa fare un uso improprio del verbo "trovare". È l'amore a trovare noi. L'amore ci trova, ci attraversa e prosegue il suo cammino. Non siamo noi a trovarlo, così come non siamo noi a trovare l'aria o l'acqua; ma senza aria o acqua non possiamo vivere, così come non possiamo vivere senza amore. L'amore è essenziale e sempre presente, come il pane. Ti basterà cercarlo per vederlo dappertutto e non restare mai senza.>>

Adesso andiamo avanti, perché ne ho talmente tante ancora da dire che non avete idea. Mi rivolgo direttamente allo scrittore perché così vado meglio.

1) Come, dico come, fai a strutturarmi un libro in questa maniera astrusa? Ventordicimila capitoli nella prima parte e cinque/sei nell'ultima. Capite il paradosso leggendo la mia sintesi? Succedono più cose importanti nella seconda parte che nella prima!

2) Perché diamine passi capitoli interi a parlarmi della città che stanno visitando? Che noia, che barba, che barba, che noia. Ho capito che sono città d'arte, belle da vedere, ricche di conoscenza... ma mi vuoi approfondire un attimo i caratteri dei personaggi o vuoi che ti do una mano ad aprire un'agenzia viaggi? IO BASITAH.


3) Un'altra cosa che mi ha fatto mandare in bestia è stato leggere del nonno che va in Liguria e si mangia la pasta al pomodoro. Ma porco cane. Monninger, fai bene i compiti la prossima volta e fagli mangiare la pasta col pesto, santa Barilla!


4) Amy, pora stellyna! Caro scrittore, volevi dare dello spessore ad un personaggio secondario facendole capitare una disgrazia? Allora dedica un po' più di sola mezza facciata (e basta) in tutto il libro per parlarne, quando per dire come cazzo sono fatte le colonne che cercava il nonno di Jack ci hai messo tre ore e un quarto. La coerenza?!?



5) Costance l'hai fatta accasare col pastorello dell'Australia, eh? Bene, evviva gli sposi! Ma dovevi proprio farle celebrare il matrimonio a Parigi? Per prima cosa, se lei fosse stata veramente amica di Heather non l'avrebbe fatto. Nossignore. Seconda cosa, chi caspita ha pagato i biglietti per la famiglia di Raef (Australia-Parigi low cost esiste? E poi sono in trentamila!)? Onassis?!



6) Amsterdam. Hamingway, cioè tristezza infinita. Scene sdolcinate che il diabete mi è salito a livelli preoccupanti. Malattia grave. Morte (nel libro non abbiamo l'epilogo quindi non so.. ma suppongo vada a finir così). "COLPA DELLE STELLE" L'ABBIAMO LETTO TUTTI. 


7) Parliamo dello stile: vuoi scrivere un romanzo pseudo-epistolare? Vuoi scrivere una storia d'amore? Deciditi. Certo è che non puoi farmi durare una battuta di un personaggio una facciata intera! Stiamo scherzando? È ridicolo, nessuno parla così a lungo nella vita vera -e nemmeno a monosillabi, perché in qualche pagina sei caduto pure in quel tranello, Monninger. O in maniera così forbita. 
E poi, come avevo accennato prima, la noia che ti assale quando la protagonista attacca a parlare delle città e di quello che fa il piccione... arghh! Ad un certo punto si mette a fare pure i discorsi su quello che vede il frassino. IL FRASSINO.

<<SOMEBODY SAAAAAVE MEEE>>


Quelle non sono cose che uno vuole leggere in un libro (la colpa va anche a Jack comunque, non solo a Heather). Mi sembrava tutto forzato, questi copulavano come conigli e non si sono mai parlati veramente. Anzi sì, poi si sono parlati per ore intere in realtà, come se fossero due sconosciuti al bar. No, mi spiego meglio, perché così non rende: sapete quando vi viene più spontaneo parlare con uno sconosciuto dei problemi che vi affliggono piuttosto che con uno che conoscete da una vita? Ecco, quello era il feeling durante tutto il libro.

Ricapitolando: Cosa non ha funzionato? Lo stile (troppo prolisso, soprattutto nelle descrizioni), i dialoghi (io la filosofia l'ho studiata alle superiori, se poi mi ritrovo pure i personaggi che cercano di psicanalizzarsi l'un l'altra lancio il libro su per il muro), i personaggi (non sono stati approfonditi caratterialmente, l'unica cosa a cui pensavano è che erano innamorati. Sì e poi? Dammi un contenuto!) e la struttura (come caspita me l'hai diviso sto' libro, come?!).

Basta. Mi fermo. Se volete fare un torto a voi stessi leggete il libro, altrimenti seguite il consiglio del sommo Virgilio: <<Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.>>

P.S. La notizia più sconvolgente è che dovranno pure farci un film. RIDOH.

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