mercoledì 11 gennaio 2017

"L' imperfetta meraviglia" by Andrea De Carlo

Si avvisano i gentili lettori che questa copertina fa venire voglia di gelato. Anche se io personalmente preferisco qualcosa di più “cioccolatoso” (prendo il termine dal re del cioccolato, Knam). 



TRAMA: Succede in Provenza, d’autunno, stagione che mescola le prime umide nebbie con un lungo strascico di calore quasi estivo. I borghi e le ville si stanno vuotando di abitanti e turisti. Ancora un grande evento però si prepara. Quasi a sorpresa, sul locale campo di aviazione, si terrà il concerto di una celebre band inglese, i Bebonkers, un po’ per fini umanitari, un po’ per celebrare il terzo matrimonio di Nick Cruickshank, vocalist del gruppo e carismatico leader. I preparativi fervono, tutti organizzati con piglio fermo da Aileen, futura moglie di Nick.In paese c’è una gelateria gestita da Milena Migliari, una giovane donna italiana che i gelati li crea, li pensa, li esperimenta con tensione d’artista. Un rovello continuo che ruota attorno all’equilibrio instabile del gelato, alla sua imperfetta meraviglia perché concepita per essere consumata o per liquefarsi, per non durare. Milena ha detto addio agli uomini e convive da qualche anno con Viviane. Un rapporto solido, quasi a compensare l’evanescenza dei gelati, l’appoggio di una donna stabile e forte, al punto che, tra qualche giorno, Milena si sottoporrà alla fecondazione assistita. Eppure, in fondo, Milena non ha voglia di farlo davvero questo passo che forse non ha proprio deciso.Incerta senza confessarselo, Milena. Come Nick, che si domanda da quando il suo rapporto con Aileen ha perso l’incanto dei primi tempi. Così, una rockstar inglese e una ragazza italiana incrociano i loro destini e nel giro di tre giorni, dal mercoledì al venerdì, tutto accelera e precipita in un vortice inevitabile ed esilarante.


AMBIENTAZIONE E RIFERIMENTI POSSIBILI: Piccola città in Provenza, nel 2015. Commedia francese.
MILENA: Milena, Milena, Milena… una protagonista davvero insicura di se stessa, delle sue scelte (è diventata lesbica e non sa se avere un bambino con la compagna), della sua vita in generale… ma una cosa su cui è sicura c’è: sa che è brava a fare i gelati e ne fa in quantità industriali senza pensare al risvolto economico… se un gelato è riuscito male (cosa che non è vera perché “male” per chiunque altro potrebbe essere “buonissimo” ma non per lei) lo butta senza pensarci due voltese un gelato è venuto bene lo vende. Ma anche lì non è detto, perché potrebbe essere che in quella determinata stagione nessun turista si aggiri per la città oppure che faccia freddo e l’ultimo pensiero di una persona sia proprio quello di mangiare un gelato. Nessuno, come tutti penso, la capisce fino in fondo. Arriva Nick e tutto cambia.
NICK: Ecco, lui se vogliamo è pure peggio di Milena riguardo l’insicurezza (lo capirete dalle prime pagine). Si è lasciato alle spalle matrimoni falliti e cinque figli (che comunque vengono solo citati e non ci sono interazioni di nessun tipo) per colpa della sua insicurezza e del suo problema patologico, se vogliamo, con le donne. Stando a quello che racconta sarebbe tutta colpa del rapporto inesistente con la madre: però grazie alla zia è riuscito ad avere qualche relazione stabile, ricercando quello stesso carattere nelle donne che incontrava. Con Aileen è successo proprio così ed è da qualche anno che stanno insieme ricadendo però nella noia più totale. Quindi perché dovrebbero sposarsi? Mi verrebbe da rispondere: “Perché non hanno altro da fare”, ma la verità è che Aileen sembra anche tenere a Nick in qualche modo. Quando Nick conosce Milena le sue prospettive cambiano: lei è diversa da tutte le altre, lo incuriosisce, vuole sapere come fa a fare un gelato così buono da racchiudere all’interno l’essenza stessa della vita.
GIUDIZIO: Sinceramente, concluso il libro, ero convinta di aver appena visto una commedia francese con Sophie Marceau. Avete capito? Quei film semplici che trovano un risvolto psicologico verso la fine o che non ce l’hanno proprio; quei film con un finale strano, che quando finisce dite: “Boh?” Ecco, la sensazione è stata proprio questa. Non è che non mi sia piaciuto però, davvero, ho letto troppe pagine sulla cucina di Jeanne, la cuoca di Nick, e sul gelato di Milena. Troppe. Della serie: ho saltato delle pagine. PAGINE. Occhio perché non ho scritto FACCIATE. Mi sono persa qualcosa lungo la strada? No, fidatevi, ho solo risparmiato una trentina di pagine di noia mortale. Poi, vediamo… la storia d’amore? Beh, ce ne sono tre che s’intrecciano. Di Nick ed Aileen ho già accennato qualcosa quindi partiamo da Viviane e Milena. Milena ad un certo punto della sua vita, memore di tante storie d’amore finite male con gli uomini, decide di punto in bianco di passare la sua vita con una donna. Perché? Viviane le dà sicurezza, è pragmatica, risolve i problemi facilmente. Cosa che lei non è mai stata capace di fare. Cosa succede nel libro, allora? Come è diventata omosessuale in un giorno, ritorna in poche pagine di libro eterosessuale. Perché? Perché Viviane, sostanzialmente, era “diventata” un uomo: come dice proprio lei ad un certo punto una di loro due ha iniziato a comportarsi come tale. Viviane non era più la stessa che aveva incontrato qualche anno prima ed iniziava, senza accorgersene, ad essere pressante riguardo la storia della gravidanza. Vuoi per una cosa, vuoi per un’altra, alla fine a Milena fregava solo del gelato e Nick era l’unico che la capiva. La coppia dell’anno, caspita. Una cosa tira l’altra, finiscono a letto insieme e passano un giorno intero a chiacchierare e mangiare gelato nella casa nel bosco di lui… tutti si chiedono dove siano andati e alla fine proprio Aileen e Viviane li trovano; ci sono un po’ di pianti e liti.
Finale aperto. APERTISSIMO, signore e signori: più aperto di così non si può.
SPOILER ALERT: Nick e Milena camminano insieme.   

<<C’era la sorpresa continua, in un flusso continuo, e la gioia per la sorpresa. C’era la meraviglia. Imperfetta, sì, tant’è vero che è finita, e anche malamente; ma c’era.>>




Bello? Mah, ho ancora dei dubbi. Ogni tanto mi è piaciuto, perché lo stile di De Carlo è inconfondibile, scorrevole, invoglia a leggerlo. Questa volta qualcosa non è scattato per me, però. “DUE DI DUE” resta, a mio parere, il suo lavoro più riuscito.
🌹🌹 

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